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COUNTER-WORLD EXPERIENCE Metronomicon autoprod. 2009 GER

Dopo “Leaving lotus” riportiamo la nostra attenzione nei confronti dei Counter-World Experience, che all’inizio del 2009 pubblicano il loro quarto album in studio, intitolato “Metronomicon”. Il trio tedesco ama autodefinirsi jazz-metal band e anche in questo nuovo lavoro notiamo come il gruppo si cimenti nell’impresa di far convivere questi generi apparentemente inconciliabili. Fin dall’apertura, affidata a “Deus ex machina”, siamo letteralmente investiti da assalti sonori potentissimi: i ritmi dettati dalla batteria di Thorsten Harnitz e dal basso di Sebastian Hoffmann sono molto aggressivi e la chitarra elettrica di Benjamin Schwenen ruggisce a dovere. La band si mostra abile a trovare le giuste dinamiche e i giusti momenti in cui tirare un attimo il fiato; infatti, ci sono frangenti in cui le aperture d’atmosfera o una chitarra che dalle durezze metal vira improvvisamente verso il jazz e/o la fusion (senza disdegnare persino qualche tentazione latina nelle melodie e nella parte ritmica di “Fuego barbarico”) fanno capire come i musicisti non vogliano costruire solo una violenta “macchina da guerra”, ma cerchino piuttosto di puntare su un qualcosa di più ricercato. La tecnica c’è ed è spesso in primo piano, ma è messa comunque al servizio di un quadro musicale più ampio e non svilisce mai in situazioni di pura autoindulgenza, né di manierismo. Certo, a volte echi di Dream Theater, Liquid Tension Experiment, Planet X, Cynic e Meshuggah si avvertono, ma i Counter-World Experience sono bravi ad evitare la pura e semplice emulazione e riproposizione di schemi e strutture prevedibili. Le composizioni che formano “Metronomicon” sono convincenti e denotano una coesione ed una personalità sempre maggiore per i tre tedeschi, che in questo disco fanno un solo passo falso a causa di “Youth”, brano che con i suoi ritmi elettronici da discoteca si discosta nettamente dal resto del lavoro e risulta alquanto indigeribile. Alla fine dei conti, si tratta di un cd che allieterà sicuramente chi ama proposte di questo tipo, cariche di adrenalina, di tecnica e che sanno inglobare con credibilità elementi di metal, jazz e progressive.

 

Peppe Di Spirito

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