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CAST Originallis Musea 2009 MEX

Il fatto che anche i Cast festeggino i loro30 anni di attività e per molti continuino ad essere ancora una novità, dovrebbe farci riflettere sul mondo del rock progressive e sui suoi adepti. Dobbiamo ancora una volta ripetere che, anche se un gruppo proviene dal Messico e non dalla perfida Albione, dall’Italia o dalla Svezia può produrre cose validissime anche a livello superiore di certi mostri sacri new prog e non solo? Evidentemente si. (tralascio logicamente il fatto che la scena progressive messicana oltre i Cast ha delle punte di eccellenza invidiabili ad altre nazioni, ma non è questo il punto che di solito interessa l’appassionato medio).
Chi come me ha tutta la discografia dei Cast è consapevole ad ogni modo di due cose.
La prima: se hai tutti i lavori di Alfonso Vidales e compagni sai che non ti bastano tre ripiani di un porta cd di una nota casa svedese.
La seconda: se ne hai uno e ti piace ti piaceranno anche tutti gli altri.
Chi non ha tutta la discografia può benissimo cominciare a conoscere questo gruppo messicano dalla loro ultima produzione in doppio CD.
Pur non inventando niente, infatti, e pur arrivando addirittura a copiare sé stessi, la miscela di rock sinfonico del più prolifico gruppo progressive del mondo non lascia mai indifferenti.
"Originallis" si può tranquillamente collocare tra le cose più belle di questo gruppo messicano grazie soprattutto alla buonissima prova del nuovo cantante Alejandro Tornero che mette la ciliegina sulla torta ad un lavoro che, se fosse stato singolo, sarebbe stato sicuramente il mio disco dell’anno.
La sindrome Flower Kings sembra, infatti, esser arrivata in Messico ed aver contagiato i Cast che ormai da qualche anno ci propinano doppi CD alternati a lavori singoli che rischiamo di appesantire più che arricchire, la già enorme produzione di questo gruppo.
Brani di livello superiore alla media, tra i quindici che lo compongono, per far ricordare in futuro e per riprendere nel lettore questo lavoro ce ne sono.
I dieci minuti di “Pulsar”, per esempio, sono tra le composizioni più belle scritte da Alfonso Vidales nella sua pluridecennale carriera. Un pezzo dove le classiche influenze progressive rock di matrice inglese anni '70 si sposano alla perfezione con le atmosfere folk sudamericane.
Anche un brano come “Fuego y Humo” non lascia indifferenti grazie alla maestria di Vidales e un grandissimo Claudio Corsero alla chitarra che rendono indimenticabile un pezzo che da un punto di vista strutturale è veramente notevole.
Forse risulta troppo pretenziosa la suite in tre parti sulla battaglia delle Termopili che non colpisce come il resto del primo CD.
La seconda parte di questo "Originallis" contiene ancora una perla da inserire tra i vertici della produzione dei Cast: la suite “Frente al Umbral” ci regala dei momenti ispiratissimi e ricchi di spunti musicali di altissimo livello che non ritroviamo per esempio in nomi più blasonati (e ripeto mi fa molto ridere dover considerare i Cast come un gruppo emergente con 20 e passa dischi all’attivo).
Il tutto si conclude con un medley autocelebrativo di 12 minuti dove vengono ripresi i momenti più interessanti dei loro 30 anni di carriera, partendo da “Viajero inmovil” ripresa da "Al-Bandaluz", finendo con “All the way from nowhere” da “Beyond Reality” citando musicalmente i momenti più ispirati dei precedenti lavori dei Cast.
Con questo “Originallis” non si raggiungono le vette compositive di “Al-Bandaluz” o “Beyond Reality” ma chi ci si avvicinerà non rimarrà assolutamente deluso.
I Cast infatti o li ami o li odi. Questo disco non farà cambiare idea a chi non li ha mai sopportati ma chi li ama come il sottoscritto continuerà ad amarli a prescindere, godendo dei momenti di vera poesia che in ogni disco il gruppo messicano riesce sempre a regalare. I Cast nel bene e nel male hanno fatto un pezzo di storia del rock progressive degli ultimi venti anni (pensiamo per esempio al prestigioso Baja Prog Festival che senza Vidales non sarebbe mai stato possibile) suonano quello che gli piace, lo suonano bene e non deludono mai.
Facciamo gli auguri ad Alfonso Vidales e compagni per questi ricchissimi 30 anni di carriera e li aspettiamo al traguardo delle trenta produzioni che, considerando il ritmo delle loro uscite, non è lontanissimo.
Nel frattempo mettiamo anche questo cd nel ripiano dei Cast e prepariamo a svuotare un altro ripiano per le loro nuove opere.



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Antonio Piacentini

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