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CATHEDRAL (3) Guessing game Nuclear blast 2010 UK

Quando sembrava ormai dato per certo che i Cathedral con il loro “The Garden of Unearthly Delights” avessero messo degnamente la parola fine alla loro attività, spunta un pò a sospresa un nuovo disco doppio, ricco di vibranti suggestioni seventies per festeggiare una carriera ventennale ricca di soddisfazioni ma anche di momenti piuttosto difficili. “The Guessing Game” esce dunque come un doppio album su vinile e relativo doppio cd, per circa ottanta minuti di musica. C’è davvero tanta carne al fuoco, specialmente per chi da lungo tempo si aspettava dai Cathedral un ritorno verso sonorità più psichedeliche e vintage dopo la prova di forza metal di “The Garden...”: in effetti quello dei Cathedral è sempre stato un percorso piuttosto strano ed imprevedibile, fino a pochi anni fa avevano recuperato le loro radici ed omaggiato esplicitamente certo metal anni ottanta (Celtic Frost, Possessed ecc...) per offrire allo stesso tempo una suite di quasi trenta minuti che rappresentava il loro momento più progressive sin dai tempi di “Statik Majik”. In “The Guessing Game” invece le tendenze più seventies oriented ritornano alla ribalta, niente più suites ma piuttosto un largo ed ampio utilizzo delle tastiere e delle sonorità vintage del mellotron e dell’organo in svariati brani ed un feeling più melodico e rilassato del solito. Ovviamente l’influenza dei Black Sabbath rimane onnipresente, c’è tanta psichedelia accennata ed esplicita, qualche richiamo alle leggende dell’underground progressive inglese, dai Beggars Opera ai Black Widow passando per gli Zior, e pure qualche elemento folk piuttosto inedito; l’introduzione di “Immaculate Misconception” e la lunga “Funeral of Dreams” oltre che essere devastanti esempi della potenza monolitica dei Cathedral, possono vantarsi di elaborati arrangiamenti dal gusto squisitamente retrò e gotico, con la solita vena di spiritata follia che ha sempre contraddistinto le cose migliori dei Cathedral. Fa inoltre venire i brividi la presenza di un personaggio simbolo del folk psichedelico come Alison O’ Donnell (Mellow Candle) in un paio di backing vocals, specialmente in “Cat, Incense, Candles & Wine”, strana ed intrigante ballata folk rock dal gusto decisamente freak e nostalgico. I Cathedral sono riusciti a rinnovare e rendere ancora appetibile la propria musica in un momento in cui sembrava che avesse infine esaurito ogni sua possibilità espressiva: merito sicuramente della sempre eccellente chitarra di Garry Jennings, qui in totale stato di grazia fra risaputi ma sempre efficaci riffs catacombali, accelerazioni hard rock da capogiro e grooves decisamente stoned e fumosi. Lee Dorrian rimane sempre lui, nel bene e nel male, assai istrionico nel suo classico alternarsi fra parti vocali melodiche e gli infernali ruggiti che tanto lo avevano reso famoso nei primi anni novanta in ambito metal (e non solo...) La coppia ritmica Leo Smee e Brian Dixon è sempre funzionale, specialmente il bassista Smee con il tempo appare sempre più creativo e dinamico; un ruolo di primo piano in questo disco l’ha avuto sicuramente anche il produttore Warren Riker, dopo la buona prova di “The Garden of Unearthly Delights” riesce infatti a dare il suo meglio per “The Guessing Game” offrendo al disco il disco un suono pulito e limpido, in giusto equilibrio fra esigenze moderne ed antiche suggestioni vintage. Buona parte dei testi scritti da Dorrian sono legati più del solito alle miserie della realtà quotidiana, con grande rabbia ed amarezza, in particolare la notevole “Funeral of Dreams” e il doom animalista di “Requiem for the Voiceless” (dedicata a Jill Phipps, attivista per i diritti degli animali morta tragicamente nel 1995), con la gradita eccezione del tributo a Edwige Fenech e a tutto il nostro cinema di genere nella morbosa “Edwige’s Eyes” e l’ennesimo tributo alla saga templare horror del regista spagnolo Amando de Ossorio nella stravagante danza hard rock di “La Noche Del Buque Maldito (Ghost Ship of the Blind Dead)”. Dispiace solo per il pezzo di chiusura di “Journey Into Jade”, letteralmente l’autobiografia dei Cathedral scritta in maniera davvero (troppo) semplice: “In 1989 the idea came to be – In Memoriam was recorded back in ’90 – We Walked into the Forest of Equilibrium – Saw an Ethereal Mirror next in ’93...” Come sempre, la copertina è stata affidata al buon Dave Patchett!


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Giovanni Carta

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