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THE CRYSTAL CARAVAN Against the rising tide Transubstans Records 2010 SVE

Secondo lavoro per il gruppo svedese, secondo disco che non ha la pretesa di inventare niente, né di dimostrare niente agli appassionati. Secondo lavoro che come il primo col progressive ha una parentela lontana. Con un inizio di questo tenore difficilmente chi leggerà queste sgrammaticate righe penserà che stia parlando del mio disco dell’anno ma tra chi rincorre avanguardie, chi si sente di un altro pianeta e ha la puzza sotto il naso pensando di essere un grande artista solo perché scopiazza genesis, Pink Floyd e clonazioni recenti, la voglia di premiare chi si diverte e ti diverte facendoti muovere il sedere con ritmi che oramai hanno quaranta anni suonati è veramente tanta. In pura tradizione Transubstans (oramai sempre più riferimento per chi ama certe sonorità) questi svedesi del nord allargano ulteriormente il proprio raggio d’azione musicale inserendo nella semplicità e nell’immediatezza della loro proposta elementi che ti rimandano a Uriah Heep, Jefferson Airplane ma soprattutto Steppenwolf.
Oggi lo chiamano stoner rock… ma in realtà è solo una definizione per mascherare cose vecchie di trentacinque anni che ti facevano divertire allora e ti fanno divertire oggi. Difficile parlare di un brano rispetto all’altro, sia perché stilisticamente non c’è molta differenza tra una traccia e l’altra, sia perché tutte (e sottolineo tutte) le tracce di questo disco ti fanno venire voglia di agitare il sedere e scuotere la testa a tempo. I Crystal Caravan per me rappresentano tutto quello che dovrebbe essere il gruppo rock ideale, soprattutto la voglia di fare musica per gli altri, la voglia di dissacrare e di riportare all’origine tutto quel baraccone auto celebrativo che è diventato la musica rock attuale, la capacità di fare musica rock di qualità come quaranta anni fa senza fare cover di pezzi di quarant’anni fa.
Questo “Against the rising tide” è il classico lavoro dove le parole servono a poco, in realtà servirebbero a poco anche le note musicali (le avremmo sentite migliaia di volte in questa forma). Ci vorrebbe l’atmosfera di un concerto dei Crystal Caravan (guardate su YouTube per conferma) in uno di quei pub nordeuropei pieni di gente. Ci vorrebbe l’immagine del cantante panzone che a trippa nuda si agita per due ore divertendosi e facendo divertire. Ci vorrebbe soprattutto un ambiente che, invece di sbavare per Wolfmother e Black Mountain (per dirne due come esempio), supportasse gruppi del genere che propongono musica propria, anche se di originale non hanno niente. Purtroppo non sarà così e i Crystal Caravan rimarranno solo cibo sonoro per appassionati e per andarli a vedere dovremo aspettare qualche bella offerta aerea low cost... ed è un peccato.
Disco e gruppo da adottare e non lasciare sul ciglio della strada... ne vale la pena.


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Antonio Piacentini

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