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CIOLKOWSKA Avtomat proshlogo No Name / Addicted Label 2018 RUS

Ritroviamo con piacere i Ciolkowska da San Pietroburgo con un disco che rappresenta una naturale prosecuzione del viaggio psichedelico intrapreso con il precedente “Tsiolkovskaya pokazala svoe litso (Vechnaya 16 08 16)”, caratterizzato specialmente dalla peculiare unione sonora della corrosiva chitarra elettrica di Yegor Svysokihgor con l’ukulele elettrificato in acido di Alesya Izlesa, strano ed efficace connubio di tradizione e stonerose distorsioni heavy psych; con questo terzo cd i Ciolkowska strutturano i loro brani seguendo un approccio compositivo più, come dire, “sobrio”, mettendo leggermente da parte il loro più estremo spirito improvvisativo da happening psych-kraut per favorire brani dagli arrangiamenti coerenti con una più ortodossa idea di jam-progressive rock, sempre sottolineando che Ciolkowska non sono un gruppo facilmente inquadrabile in uno stile predefinito, se non appunto nell’ottica di una più generica definizione “psichedelica”. “Avtomat Proshlogo (Automat Of The Past)” è un titolo che fa riferimento alla legge del karma, con le tipiche situazioni causa-effetto della nostra esistenza ed eventi che si intersecano tra di loro per presentarci puntualmente il conto delle nostre scelte, condizionandogli automatismi mentali inevitabili per ogni nuovo adattamento della vita. Come loro consuetudine i Ciolkowska ci offrono un paio di cover di misteriose band russe, Liombaedud Ubrenje, l’una ci rivela il volto più alternative rock di Ciolkowska con un brano “Potolok. Pro Tyurmu Vnutri (Ceiling About The Prison Inside)” che in effetti pur sempre filtrato da tensioni visionarie ci porta ad un passo dal grunge, mentre l’altra più convincente “Pro Gospoda I Buddu (About Lord And Buddha)” è un’atmosferica dub fusion psichedelica degnamente concepita come chiusura del disco. I brani di Ciolkowska acquisiscono elementi inediti con l’integrazione della tromba di Mikhail Tsyrulnikov, contribuendo a più rarefatte e raffinate contaminazioni jazzy, il più delle volte caratterizzate da esalazioni soniche genuinamente notturne e misteriose, con pezzi arrangiati come penetranti jam session chitarristiche piuttosto oblique e spesso inquietanti. Si fa più evidente una sensibilità space-rock crepuscolare che unita alle progressioni fusion può farci pensare di riflesso a certe cose dei Vespero e Transnadežnost', guardando ancora più indietro ci avviciniamo ai Gong, sempre tenendo in mente che l’accostamento alla materia è filtrato da umori post-stoner-rock che raramente ci consentono di rilassarci senza un residuo di tensione ed inquietudine. In tutto questo è inoltre doveroso sottolineare che l’intero disco sia stato registrato live in studio, con risultati complessivamente notevoli sia nella piena consapevolezza strumentale dei Ciolkowska che nell’efficacia della pura evocazione sonora di echi e distorsioni cosmiche in risonanza con la nostra essenza spirituale.



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Giovanni Carta

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