I quasi quattro minuti di "Psychedelic rain" che aprono questo lavoro illustrano, già dal titolo, sufficientemente bene il tipo di lavoro che andremo ad ascoltare per circa un'ora e un quarto: musica psichedelica, contaminata di raga che rimanda all'India, con melodie e suoni ipnotici, erede di quel rock spaziale diffuso dai corrieri cosmici tedeschi oltre trent'anni fa. Il polistrumentista Limo, mente principale dei Discolor, è accompagnato nel terzo viaggio sonoro di questo suo progetto da pochi musicisti (Harald Strecker al micromoog, Lotsi Lapislazzuli alla voce e Il Nereide Neith Trio agli archi) e ci guida lungo passaggi sognanti, spesso eterei, in cui la chitarra si ritrova in primo piano. Si respira un'atmosfera bucolica per quasi tutta la durata del disco ed è questo un po' il difetto principale, visto che il lungo minutaggio globale del cd non rende facile la concentrazione su itinerari sonori non eccessivamente dinamici - caratterizzati anche da continue e ripetitive litanie vocali - nonostante l'alternanza tra lunghe jam oniriche e brani più brevi, che comunque non risultano meno flemmatici. I giochi percussivi e qualche bel passaggio di sitar fanno il resto, alimentando ulteriormente i paragoni con la storica scuola tedesca; gli appassionati di psichedelia sono avvisati...