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DIS Escape to reality Eigen Beheer 2004 NL

Già da tempo riesco a malapena a sopportare sonorità metalliche che un tempo non disdegnavo (anche se il metal non è mai stato tra i miei generi favoriti). La vecchiaia... si dirà. Ogni tanto riesco ad ascoltare qualche disco che riesce a farmi riconciliare con sonorità più energiche. Quest'esordio su lunga distanza degli olandesi Dis è uno di quei dischi. Quasi deciso ad accantonare quest'album dopo le prime note della title-track (preceduta da un breve intro dalle sonorità delicate... come il 99% degli album di black metal e simili), ritorno sulle mie considerazioni già dalla traccia successiva. "Awakening" è un brano di 9 minuti che mette in mostra le diverse anime di questo gruppo, incluso un violinista che non è lì solo per fare la bella statuina (anche se comunque si tratta del vocalist, e con questo ha già il suo daffare...): il suo strumento si farà sentire a lungo nel corso dell'album. Ecco che quindi a sfuriate tipiche appunto del black metal, col suo tipico cantato, si alternano momenti delicati, talvolta acustici, ed altri che potremmo associare a gruppi come Magellan o Kansas, in cui il sinfonismo e la melodia si accompagnano ottimamente. Brani della più diversa foggia si alternano quindi in un mélange interessante, intrecciando i diversi modi di vedere la musica di questo gruppo nel corso dello stesso brano; è il caso anche di "Beyond recognition", delicatissimo e cantato con un sussurro dall'ottimo Benjamin Mathot quasi per tutta la sua lunghezza, per poi sfociare in un furioso finale, con un violino impazzito che duella con la chitarra del fratello Daniël. Ci sono momenti che mi fanno davvero chiedere se gruppi metal come questi ne esistano molti in giro perché, se così fosse, mi dovrei davvero ricredere a proposito del discorso iniziale. Non riesco a digerire ancora i cantati growl che spesso affiorano, ma quello che posso dire è che comunque questi paiono incastrarsi in modo sensato e, direi addirittura, con gusto. Si tratta in definitiva di un album che ha rappresentato una sorpresa positiva, consigliabile senza alcun dubbio.

 

Alberto Nucci

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