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DARXTAR We came too late Nasoni Records 2005 SVE

A circa quindici anni dall'uscita dell'album d'esordio omonimo e dopo alcune vicissitudini, i Darxtar si rifanno vivi con il loro sesto album, "We Came Too Late", per l'occasione prodotto dalla label tedesca psichedelica Nasoni Records. Quindici anni non sono sicuramente passati invano, mi sembra evidente come l'esuberante energia space rock tipica dei primi lavori della band svedese (in particolare mi viene in mente "Daybreak") abbia lasciato spazio ad atmosfere sensibilmente più riflessive ed introspettive, giusto per intenderci, le cavalcate space rock alla Hawkwind sono limitate solo ad alcuni pochi brani, come nell'iniziale "Pitiful Whining", oppure in "It All Happens Here"; il resto del disco si sviluppa principalmente in vivaci mid-tempo, oppure attraverso ballate in acido fortemente malinconiche. "We Came Too Late" non è comunque un disco dominato dall'ossessione di riciclare in maniera coatta le sonorità dei primi anni settanta, i Darxtar non sembrano per niente intenzionati a darsi un'immagine esageratamente retrò o datata, anzi, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla freschezza vitale che muove molti dei brani di "We Came Too Late". Naturalmente, come sempre, i Pink Floyd e gli Hawkwind rappresentano uno dei punti di riferimento principali per i Darxtar, fortunatamente il songwriting dell'album va oltre la retorica space rock più ovvia: nella rocciosa e cupa "The Sky Is Open Wide", valorizzata da un insidioso violino (strumento presente in quasi tutto il disco), spuntano i fantasmi degli High Tide ed Uriah Heep; in una ballata acida e floydiana come "Together" si respira la migliore e più desolante malinconia nordica, invece "Greed" è un rilassato pezzo pop-rock dai toni lievemente folk che non sfigurerebbe se inserito nelle attuali charts rock... Ed ancora, un pizzico di garage, qualche suggestione da swinging london, echi di Beatles e Pretty Things... Insomma, "We Came Too Late" non sarà assolutamente nulla di memorabile, eppure si ascolta davvero con molto, molto piacere!

 

Giovanni Carta

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