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DAPHNE Daphne Mellow 1996 ITA

Non si è parlato molto di questo gruppo il cui CD d'esordio, forse giustamente, come vedremo, è passato sotto silenzio... eppure i Veneti Daphne non sono del tutto da disprezzare, se non fosse per alcune incongruenze e cadute qualitative che si verificano da un brano all'altro. Il nome potrebbe far pensare a un gruppo che propone un Prog delicato, quasi acustico... invece ci troviamo di fronte a un rock abbastanza elaborato e spesso up-tempo, pur in presenza di connotazioni abbastanza tipiche di certo Prog italiano piuttosto imparentato con gli anni '70. Il CD inizia nel migliore dei modi, ovvero con la suite "Nascita", 17 minuti spesi bene che lasciano immaginare grandi cose da questa band, di cui possiamo qui apprezzare la sapienza con cui legano le varie parti della suite e la bella alternanza tra Prog romantico e un rock più robusto che ricorda in qualche modo i Garybaldi, anche per la timbrica vocale di Umberto Casadei (non immune anche da confronti con Demetrio Stratos... pur senza i suoi equilibrismi). Il flauto si fa sentire a sprazzi, ma lascia il segno, come nel secondo brano intitolato "Aprile". Comincia però ad affiorare la seconda natura dei Daphne, quella che li porta verso un party-rock piuttosto commercialotto infarcito di molto rhythm'n'blues; la parte centrale dell'album sfigura non poco, confrontata con la prima e l'indice di gradimento scema in modo vistoso, salvo risalire in occasione dello strumentale "Untitled n. 1" e della conclusiva "Ultimo crepuscolo". Difficile dire dunque se il CD può essere consigliabile o meno, visto che gli alti e bassi dello stesso sono così lontani; c'è sicuramente di peggio in giro... e non occorre neanche cercarlo col lanternino), quindi... fate vobis.

 

Alberto Nucci

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