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EGO Evoluzione delle forme Ma.Ra.Cash 2011 ITA

Dopo l’apprezzato esordio intitolato “MGM Egofuturismo”, gli Ego confermano in pieno le impressioni positive che ci avevano dato, confezionando un nuovo lavoro molto intrigante e meritando di essere considerati tra i migliori esponenti dell’attuale scena italiana di rock sinfonico. “Expò” apre il disco facendoci immergere subito in quel progressive di derivazione emersoniana, con tastiere in evidenza, buona abilità esecutiva, rimandi classicheggianti e fughe travolgenti. A differenza del debutto, si può notare subito come gli Ego stavolta prediligano timbri meno tecnologici e maggiormente legati al passato del progressive keyboards-oriented. Il sound è così più essenziale, vintage ma non troppo, privo di quegli orpelli che taluni usano mettendo fumo negli occhi per mascherare scarsa brillantezza compositiva. Qui siamo al cospetto di un gruppo davvero abile, capace di creare trame di squisita fattura e che, pur partendo da uno stile che rimanda a classici quali Emerson, Lake & Palmer, Orme e Goblin, è capace di arricchire la proposta di base con melodie d’alta scuola, senza puntare alla pura imitazione ed inserendo ogni tanto anche strumenti quali flauto, trombone e violino per diversificare un po’ le sonorità di base. Pier Caramel si conferma tastierista preparato e raffinato e Daniele Mentasti al basso e Sergio Iannella alla batteria sono perfetti compagni di avventura, che garantiscono un flusso ritmico perfetto, dinamico ed equilibrato. Alcuni episodi più particolari possono essere individuati in “Contemplazione dell’opera” dove trombone e organo danno un tono liturgico e un po’ dark e in “I misteri di Milano”, aperto da colpi secchi di batteria, che introducono le pulsazioni del basso ed un flauto agile e dai sapori tulliani che dona al brano una verve frizzante e coinvolgente, prima del finale giocato dalle spinte delle tastiere. Menzione anche per la conclusiva “Stato multiforme”, undici minuti sognanti e mediterranei, nei quali ricompare il violino e spuntano i vocalizzi dell’ospite Chiara Bottelli. L’estro e la spigliatezza degli Ego vengono prepotentemente fuori anche da “Evoluzione delle forme” e la durata contenuta del cd (quarantuno minuti circa) è un altro punto a favore di una band che è stata nuovamente capace di rielaborare, con bravura e personalità, il rock sinfonico più classico.


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Peppe Di Spirito

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