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EIDER STELLAIRE 1 autoprod. 1981 (Soleil Zeuhl 2011) FRA

Cosa pensavate di non sapere già sullo Zeuhl? Forse in quest’era digitale, in cui è possibile avventurarsi in ascolti clandestini senza troppe remore e problemi, questo album non si rivela proprio una sorpresa assoluta ma questa opera prima degli Edeire Stellaire è sicuramente una delle ristampe più attese e desiderate e si può dire che rimanga coperta, nonostante qualsivoglia artificio informatico, da un affascinante velo di mistero. Nessuno infatti aveva mai avuto idea di che fine avessero fatto i master dell’album (stampato privatamente nel 1981 in una limitatissima tiratura di 300 copie) che si pensava addirittura fossero stati distrutti intenzionalmente e in pochi di certo immaginavano che finalmente sarebbe arrivata una ristampa legittima dell’intera opera e per di più con un sound brillante che sicuramente supera in qualità qualsiasi versione pirata fosse circolata fino ad oggi. Degli Eider Stellaire non ci sarebbe bisogno di dire niente agli appassionati: creatura del compositore e batterista Michel De Bars, che sarebbe andato a finire nella line-up del progetto Offering di Vander, erano soliti aprire i concerti dei Magma verso i quali si dimostrano, guarda un po’, fortemente debitori. L’album si compone di appena cinque pezzi, per una durata complessiva di circa 35 minuti, ai quali si aggiunge, in questa edizione, una versione inedita, allungata, di “Nihil”, l’ultima traccia. Lo stile, come abbiamo detto, si lega indissolubilmente a quello dei maestri Magma, con i quali si condividono l’energia, la propulsività della sezione ritmica, i riferimenti alla musica classica, con Orff e Bartok primi fra tutti, e una sofisticata contaminazione jazz. Soprattutto la citata traccia di chiusura sembra letteralmente strappare pezzi di spartito dal repertorio Vanderiano, complici anche le parti corali Zeuhl (comunque poco rappresentate nell’ambito di un album essenzialmente strumentale) ricamate da Véronique Perrault e Marie-Anne Boda (che suona anche il flauto). La musica scorre piacevolmente grazie ad una costante vena melodica, con parti di piano, soprattutto elettrico, evocative e sequenze musicali luminose, di stampo fusion, come bene si può apprezzare in “Légende”, che sfoggia anche gradevoli sfumature sinfoniche. La musica non rinuncia comunque mai alla sua complessità, come può testimoniare la movimentata traccia di apertura, “Onde”, o anche “Tetra”, con elementi chitarristici intricati e quasi Frippiani e l’interessante inserimento di Michel Moindron, ospite al sax tenore. Tutto l’album è comunque in continuo movimento e non stanca mai, neanche per un istante, dimostrandosi una autentica manna caduta dal cielo per tutti i fan dei Magma e delle numerose costellazioni che vi gravitano attorno. Credo che ci sia poco da aggiungere, se non che la versione allungata di “Nihil” è di ottima qualità e rappresenta sicuramente un valore aggiunto ad un album imperdibile, sia per il suo intrinseco valore musicale che per la lunga attesa che questa ristampa, che non sembrava davvero arrivare mai, ci ha fatto sopportare. Gli Eider Stellaire hanno realizzato altri due album dopo di questo, ma questo è senz’altro il migliore.


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Jessica Attene

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