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ECHO US Tomorrow will tell the story Absolute Probability Recordings 2010 (Absolute Probability Recordings 2012) USA

In un periodo in cui il ritorno dei grandi vecchi nomi del progressive rock ha catalizzato l’attenzione e le energie di molti musicisti verso un’ulteriore riscoperta degli anni Settanta, Ethan Matthews è un personaggio che sembra andare controcorrente: iniziata la sua avventura musicale con un onesto ed efficace progressive metal insieme alla sua band Greyhaven, il cui cd omonimo uscì per la Angular nel 2000, Mattews ha coraggiosamente deciso di intraprendere la strada di un progetto musicale personale ambizioso che coinvolge un’ampia sfera di interessi e sonorità difficilmente collocabili all’interno di un normale contesto di gruppo progressive rock “canonico” (almeno come viene inteso oggi); giunto al terzo disco, Echo Us si rivela come un progetto dall’identità piuttosto peculiare, una sorta di progressive elettronico con buoni spunti melodici e stilistici idealmente vicini ad un’estetica tipicamente new-age. In effetti, le atmosfere di “Tomorrow Will Tell The Story” si rivolgono ad un pubblico ormai di nicchia, paradossalmente, aggiungo, in quanto la musica degli Echo Us si distingue per la bontà delle melodie e per un potenziale commerciale che rimane intrinseco all’influenza di una new-age morbida e contaminata con la musica etnica ed elettronica, che spazia dal Mike Oldfield di “The Songs Of Distant Earth” a Jean-Michel Jarre, gli Enigma... ma anche l’ambient introspettivo dei primi lavori solisti di Patrick O’Hearn, oppure gli avventurosi e celestiali viaggi musicali di Andreas Vollenweider... e in termini più recenti, in una certa misura anche la Björk di “Vespertine”. Diversamente da quanto si potrebbe in teoria immaginare, il cantato ricopre qui un ruolo piuttosto fondamentale, buona parte dei brani sono infatti cantati da Mattews, accompagnato dalla bella e profonda voce di Henta; Ethan Matthews oltre che ad essere un buon tastierista e chitarrista ci offre una discreta prova vocale, la sua interpretazione è piuttosto intensa, il suo modo di cantare ricorda talvolta un certo tipo di pop radiofonico anni ottanta ma anche il Geddy Lee più riflessivo e pacato (pur essendo la timbrica di Ethan piuttosto differente). Dal punto di vista strumentale “Tomorrow...” mantiene con lo scorrere dei brani una sua omogeneità, la cifra stilistica rimane pressoché inalterata, senza grandi sorprese o sperimentazioni particolari... L’atmosfera eterea e pregna di luminosa spiritualità non si può comunque definire statica, gli intrecci vocali e la coralità generale dell’opera mantengono comunque vivo l’interesse, in tale senso è decisamente apprezzabile la costante presenza di Raelyn Olson all’arpa, strumento che riesce ad infondere un ulteriore senso di grazia ai brani. Il punto debole di Ethan Matthews è invece la sua tendenza all’abuso degli effetti, in particolare sulle voci... il feeling evocato vorrebbe probabilmente essere quello delle vocalità orientali ed esotiche ma il risultato è talvolta straniante e grottesco... La qualità del suono è comunque ottima, il cd è stato infatti rimasterizzato apposta per l’occasione di questa ristampa, con l’aggiunta di un paio di bonus tracks...


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Giovanni Carta

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