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L'ESTATE DI SAN MARTINO Talsete di Marsantino AMS Records 2012 ITA

Non mi avevano convinto molto i primi due album dell’Estate di San Martino. Le buone idee non mancavano, tra riferimenti al glorioso passato del prog italiano e tanta melodia, eppure mancava qualcosa, c’era un che di incompiuto che non permetteva di far emergere una buona personalità. E’ stata così una sorpresa ritrovare la band con un terzo album di straordinaria maturità e contenente quasi un’ora di grandissima musica. Sì; l'Estate di San Martino sforna stavolta un disco bellissimo, per lo più strumentale ed incentrato su un progressive romantico di stampo vintage, dalla base fortemente genesisiana, ma che vede anche riferimenti ai Camel, a Anthony Phillips o alla mediterraneità di PFM e Banco. Ci troviamo di fronte ad un concept-album, che vede come protagonista il personaggio immaginario di Talsete di Marsantino (anagramma di?), archivista con il compito di catalogare praticamente l’intero sapere umano, in una storia surreale caratterizzata da continue stramberie che sembrano a volte provenire da un lontano passato, a volte da un presente futuristico. Le prime dieci tracce sono interamente strumentali (se si eccettua una in cui si usa il vocoder ed un’altra nella quale c’è un piacevolissimo frammento in vocalese da parte della cantante ospite Conny Rausch) e segnano questo prog affascinante, pieno di intarsi tra strumenti elettrici e acustici, con un romanticismo da favola dalle dinamiche imprevedibili e che lasciano il segno! I brani scorrono via splendidamente, i timbri delle chitarre e delle tastiere si fondono costantemente con quelli di flauto e sax, i ritmi variano in continuazione, così come le atmosfere, ora allegre e calorose, quasi barocche a volte, ora più intimistiche e malinconiche nei non pochi passaggi pastorali che danno anche un tocco folk-rock. Non si può non segnalare il cameo di Hackett in “Ely” e “Otto”, due brani brevi nei cui pochi minuti l’ex Genesis regala meraviglie con il suo inconfondibile guitar-playing. La conclusione del concept è affidata a due pezzi arricchiti dalla voce di Francesco Di Giacomo. In particolare “S.E.N.O.”, con i suoi sette minuti e mezzo, ci regala tanta classe con un rock sinfonico da favola, tra cambi di tempo ed un romanticismo che ricorda sia la scuola inglese (ancora sul fronte Camel-Genesis), che l’eleganza del Banco del Mutuo Soccorso. Infine ci sono due bonus tracks. La prima è una sorta di riassunto dell'album, con ricami strumentali che riprendono i temi portanti delle varie tracce che abbiamo già ascoltato, accompagnati dal recitato di Mauro F. Cardinali, che descrive i temi affrontati e che si può seguire al meglio accompagnandosi con la lettura del booklet. L'altra traccia bonus vede protagonista un altro ospite eccellente, Bernardo Lanzetti, con la sua voce ancora splendida e con quel timbro particolarissimo che segna indelebilmente ogni sua performance, rievocando anche i tempi lontani di Acqua Fragile e PFM nella sua interpretazione di “Pesce vela”, vecchio cavallo di battaglia del gruppo riveduto e corretto per l’occasione. Poco altro da dire se non confermare ancora una volta che “Talsete di Marsantino” è un album bellissimo, passatista quanto si vuole, ma luminoso gioiello che può far gola ai tanti appassionati di classico prog italiano.


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Peppe Di Spirito

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