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FOLK IVÁN Sea of glass Mora 2002 UNG

L'idea di far incontrare fra loro diverse culture musicali non sarā certo una novitā eppure c'č sempre qualche nuovo artista in grado di proporre qualcosa di interessante e valido, pur rimanendo spesso all'interno di schemi creativi giā collaudati. Il secondo disco del chitarrista e polistrumentista Folk Ivān, musicista ungherese attivo sin dagli anni '80, č una bella dimostrazione di quanto di buono abbia ancora da dire il rock progressivo pių contaminato ed etnico. Con l'aiuto e la partecipazione di alcuni musicisti locali Folk Ivān ha creato un cd davvero grazioso ed interessante, partendo da una solida base rock e jazz (i King Crimson sembrano un fermo punto di riferimento, non escluderei neanche qualche influenza canterburyana ) la musica si espande verso i territori del folk balcanico creando un insieme estremamente suggestivo e poetico: a tal proposito un'importanza fondamentale č data dalla presenza di un'efficace strumentazione acustica sostenuta dal violino dello stesso Ivān e dal sax soprano di Kedl Lāszlō. Il pregio maggiore di questo cd č da individuare nell'equilibrio sonoro che i musicisti raggiungono nei nove brani presenti in scaletta, l'ottima tecnica strumentale viene sempre messa al servizio di una serie di melodie ariose e coinvolgenti, in alcuni frangenti riflessive e crepuscolari, che ben si adattano ai contenuti positivi delle composizioni, perlopių incentrati sulla fede religiosa di Ivān. "Sea of glass" č quindi un disco che sprigiona una grande energia artistica, in grado di rasserenare ed allo stesso tempo coinvolgere l'ascoltatore occasionale come il pių esperto ed incallito appassionato di prog-rock.

 

Giovanni Carta

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