I norvegesi FRUITCAKE vanno ad aggiungersi ai connazionali Kerrs Pink e Thule per cercare di arginare l'attuale strapotere della vicina Svezia. Si tratta del secondo album per questa band, il primo per l'etichetta inglese di cui rappresenta, secondo me, la migliore produzione finora, assieme ai GRACE. Il primo lavoro, "Fool tapes", era un mini LP uscito nel '92; con questo "How to make it" i nostri confermano le loro sonorità in bilico tra la creatività settanteggiante e sinfonica, ma con tocchi moderni che li fanno definire un connubio tra la summenzionata scuola svedese ed un new Prog alla Pendragon. Analogamente a questi ultimi, il loro sound è maggiormente basato sul suono della chitarra, anzi, delle due chitarre, piuttosto che sulle tastiere, analogiche e non, le quali però rivestono il loro bravo ruolo nel sottolineare certi temi e nel cesellare il tutto con brevi spunti che sanno creare come delle pause tra un riff e l'altro. Le loro composizioni sono quasi tutte abbastanza brevi, ma hanno la dote di crearsi una personalità ben definita e di non rappresentare ad ogni modo delle semplici canzoni strofa ritornello/strofa. Anche in un breve lasso di 4 minuti, i FRUITCAKE riescono a sorprendere: possono anche ripetere un riff per dei minuti, ma mai questo viene fatto casualmente. Ascoltate ad esempio il pezzo "Mountain queen", in cui il tema principale (qui portato avanti dalle tastiere) viene ripetuto quasi all'ossessione, creando un sapiente alone di mistero. Molti altri dei 12 pezzi presenti hanno caratteristiche simili ma, una volta arrivati in fondo, non ci è passata la voglia di ascoltare di nuovo il CD. Un'ultima cosa: visto il nome del gruppo, non è molto sorprendente che all'interno del booklet venga ringraziato l'uomo Del Monte...