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FROGG CAFE' Fortunate observer of time Progrock Records 2005 USA

Con il nuovo cd “Fortunate observer of time”, gli statunitensi Frogg Cafè dimostrano di poter essere annoverati tra le migliori realtà del progressive rock internazionale. La band sembra ormai aver raggiunto quella completa maturità a cui molti mirano, ma alla quale davvero in pochi, nel panorama odierno, riescono ad arrivare. Il lavoro oggetto della recensione è realmente indice di come questi musicisti, già ammirati con i loro precedenti album, siano riusciti a far conglobare molto bene stili ed influenze diverse per giungere a tracciare una strada comunque ben delineata, caratterizzata da una ricchissima contaminazione di prog sinfonico di matrice anni ’70, jazz-rock, sonorità sanguigne americane e impulsi appiani. Otto composizioni di spessore elevatissimo, come raramente si può ascoltare oggigiorno, sono presenti nel cd. Si inizia con “Eternal optimist” e la strumentale title-track, due brani che mostrano subito questa voglia di contaminazione, di globalizzare il sound, facendo avvicinare la complessità del progressive e la spinta più diretta del rock e questo attraverso i timbri più disparati, unendo l’elettricità al sound acustico di archi e fiati. Invece, “Reluctant observer” potrebbe entrare a far parte di un qualsiasi “Mind” degli Isildurs Bane, mentre “No regrets” sembra quasi un outtake da “Hot Rats” del Maestro Zappa (e non sto esagerando… ascoltate quel violino à la Ponty!). Abbiamo poi “Resign” un minuto delicatissimo, pregno di romanticismo e melodia, guidato da voce, mandolino e violino; seguono i due brani più lunghi del cd, “You’re still sleeping” e “Abyss of dissension”, che superano i dieci minuti e che sono altri elementi che mostrano la ricerca a tutto tondo dei Frogg Cafè, sia da un punto di vista stilistico (nel riuscito tentativo di far coesistere generi diversi), sia per le sonorità adottate (spunti elettroacustici sorretti da fondamenta ritmiche eseguite con estrema abilità e fantasia), sia per gli stati d’animo trasmessi, che passano da momenti di pura allegria ad altri più pensierosi. In conclusione troviamo “Release”, quattro minuti che condensano la capacità di contaminazione del gruppo, a cavallo di musica classica e tentazioni quasi R.I.O. senza mai perdere di vista una certa delicatezza di fondo. Per quanto mi riguarda, Bill Ayasse, Steve Uh, Nick Lieto, Andrew Sussman e James Guarnieri, protagonisti delle fantastiche invenzioni presenti in “Fortunate observer of time”, meritano una applauso fortissimo e sincero per questi sessantadue minuti di grande musica che hanno realizzato.

 

Peppe di Spirito

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