Secondo lavoro per i venezuelani Ficcion. Nessuna novità, rispetto al precedente lavoro, né sul piano compositivo, né sul piano dell’ascolto. Prog sinfonico dai molti riferimenti anglosassoni, ma con particolari accenni di tradizione sudamericana con nuances di fusion e Santana, poi, anche se pochi se ne avvedono, qualche riferimento non troppo celato a certo prog sinfonico giapponese, specie Ars Nova primo periodo.
Personalmente non sono rimasto troppo colpito dal lavoro in esame, che vede, ad onor del vero, momenti abbastanza esaltanti di grande respiro tastieristico, ma che spesso scade in pesanti déjà vu, veramente fini a se stessi e in movimenti ritmici e melodici pochi significativi per un gruppo che dovrebbe avere una diversa collocazione.
Da questi presupposti e dalla discreta abilità nel maneggiare e miscelare i generi trattati, nasce questo CD, prevalentemente strumentale, che si sviluppa in 8 brani di durata non troppo elevata dove il capo banda, Jose Ignacio Lares suona tastiere moderne, senza lasciare molto spazio a suoni vintage ed è coadiuvato, in trio emersoniano, da Andres Clavijo al basso e Isaiah Paris alla batteria. Ci sono poi alcuni ospiti per voci, percussioni e violino.
Brani quindi variegati che passano dalle reminiscenze ELP e UK (Jobson) per l’opener “Peces”, mutano in assonanze di matrice sudamericana e di certo prog italico in “Planet Porno”, in jazz fusion con aperture sinfoniche per “Regreso a la Autopista” e “Danza Boreal” e in “canzone melodica?” per “Rallel Y/O El Ultimo Tren De Tu Vida” dai ritmi più svagati e impersonali. Più prettamente sinfoniche, in senso british, la conclusiva medio lunga “Suite De Las Siete Virgenes Y Una Mula” con 10 minuti di rincorse tastieristiche e di assoli di buona fattura e la centrale “Un Nuevo Amancer”
46 minuti che passano abbastanza piacevolmente, senza impressionare, senza far gridare alla novità ma, tutto sommato, di buon ascolto prog.