Il rock e la musica classica… Un connubio ed un legame che vanno avanti fin dagli albori del progressive e che ancora oggi vedono nel nostro amato “genere” uno sbocco quasi naturale. Certo, però, che dopo quaranta anni di tentativi più o meno riusciti di riproporre opere immortali in chiave rock, viene da chiedersi se ancora vale la pena puntare su simili soluzioni. Gli statunitensi Fun Machine, formati da John Piatkowski (tastiere), Andrew Wetzel (chitarra), Michael Liska (basso), Colin Ryan (batteria e percussini) e Renee Maskin (chitarra), qui alla loro seconda produzione, sembrano non porsi il problema e propongono “Beef oven”, un mini cd con cinque tracce in cui rielaborano noti temi del Maestro Beethoven. Subito la celebre “Quinta” va ad aprire il cd e fa capire che tipo di proposta è quella dei Fun Machine, un misto di rock dalle chitarre acide, di elettronica e di pop lunatico dagli effetti sonori stravaganti. Anche i seguenti brani seguono questa scia, tra una bizzarra interpretazione de “L’inno alla gioia”, storpiato con un sound buffissimo e improvvisi momenti di frenesia con ritmi che vanno all’impazzata. E’ davvero difficile, se non proprio impossibile, riuscire a dare un giudizio critico “serio” ad un lavoro del genere, così come è impossibile individuare il target a cui esso è rivolto. Forse la cosa ideale sarebbe ascoltarla assistendo ad un adattamento teatrale del libro “Arancia meccanica” di Anthony Burgess, che rappresenta il modo in cui “Beef oven” è nato. In effetti, chi ha visto il capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick avrà anche potuto fare questa associazione, pensando alla passione del protagonista Alex per il “Ludovico Van” e alla colonna sonora del film. La mia idea è che saranno in tanti a storcere il naso all’ascolto di opere d'arte secolari squassate in questo modo, ma forse non mancheranno gli amanti della sperimentazione che guarderanno di buon’occhio la proposta dei Fun Machine. Di certo un ascolto prima di procedere all’acquisto gioverebbe…