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FINN ARILD Testament autoprod. 2010 NOR

“Testament” è il secondo album di Finn Arild , nativo della Nuova Zelanda, ma trasferitosi da piccolo in Norvegia. Si tratta di un concept album sull’origine dell’universo e della civiltà umana che vede l’artista impegnato con quasi tutti gli strumenti con la sola eccezione della batteria (Mikael Wikman) e del piano (Reidar Wiik). Le influenze musicali del nostro sono facilmente intuibili sin dalla suite iniziale e si chiamano essenzialmente Genesis (quelli più “scanzonati” di “Wind and Wuthering”), ma anche Flower Kings, Magic Pie cioè (nei due ultimi casi soprattutto) di quelle band che hanno nel loro Dna la melodia di facile presa, corroborata ovviamente da padronanza strumentale non indifferente. E di questa capacità dobbiamo darne atto anche al polistrumentista norvegese che nei 16 minuti del brano d’apertura (“Genesis”, tanto per cambiare, il titolo) condensa 40 anni di rock romantico. Solari aperture sinfoniche con solos di chitarre e di tastiere alternati ad altri più d’atmosfera e una voce (la sua) a mezza via fra Collins e Gabriel.
L’ispirazione si mantiene piuttosto elevata anche nello strumentale “Water”, condotto essenzialmente dalla chitarra acustica e nel suadente incedere di “Inside” vicina ai primissimi Genesis (quelli di Trespass).
Non mancano episodi pop-oreinted come l’allegra “All right” e la ballad “Alive”.
“Ride” e “Carnival” sono altri due brani piacevoli e frizzanti, in cui la formula pop-progressive è ormai consolidata e ben fatta. “Robin” manifesta invece un arrangiamento più orchestrale che ne eleva non poco la qualità. “Liasons” è un altro breve strumentale che ricorda i Camel più leggeri, mentre lascia un po’ perplessi la conclusiva “Nemesis” che, malgrado gli 8 minuti di durata, non decolla mai e risulta un poco ripetitiva.
Un album certamente gradevole, di facile ascolto che potrà di certo appagare i fan del progressive più easy-listening.



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Valentino Butti

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