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FROMUZ Quartus artifactus (2CD + DVD) 10T Records 2011 UZB

Tornano gli uzbeki From.Uz (forma contratta di “From Uzbekistan”), con l’ennesima prova convincente. Chi ha amato il loro instrumental-heavy-progressive, proposto nei tre album precedenti, sicuramente già si starà catapultando a comprare quest’ultima fatica, peraltro in doppio cd e con tanto di dvd (quella dei video per i From.Uz non è certo una novità, la propongono praticamente ad ogni uscita), ma stavolta sarebbe bene che attendessero un attimo e ponderassero con attenzione. Questo non per la qualità della musica contenuta, che come già specificato all’inizio è assolutamente di valore, ma per il diverso approccio degli uzbeki ai propri pezzi.
Innanzitutto c’è da capire una cosa: si tratta realmente del quarto lavoro, come effettivamente il titolo farebbe intendere, oppure di un particolarissimo “the best of”? E sì, perché nel doppio dischetto di “Quartus…” trovate tutti brani già contenuti negli album precedenti, però suonati in uno stile – come dicono loro stessi – di stampo “chambre progressive”. In pratica, le (ri)esecuzioni sono per buona parte acustiche, dando ai pezzi una connotazione che fa venir fuori senza dubbio la parte più jazzistica del gruppo e donando alla musica un’atmosfera, perché no, decisamente “classica”. Ma per quel che riguarda la tecnica profusa, si può stare tranquilli: la band non arretra di un passo ed in alcuni passaggi è addirittura possibile capire meglio la bravura dei singoli protagonisti che si assesta su livelli altissimi.
Così, i brani che risultano forse i più interessanti da analizzare sono quelli del secondo e più crimsoniano “Overlook”, pregno com’era di controtempi e dissonanze: “Stone Salad”, che nella parte iniziale sembrava uscita da una futuristica session di “Red” e poi si scatenava con delle ritmiche indiavolate dal sapore mediorientale e drammatico, nella nuova versione diventa un brano d’atmosfera tremendamente ammaliante, in cui l’acustica di Vitaly Popeloff vola sui contrappunti del pianoforte e dei synth di Albert Khalmurzaev (che doppia anche le fasi di chitarra imbracciando le 12 corde acustiche) ed Igor Elizov, seguendo la linea maestra dettata con perizia e leggerezza da Ali Izmailov (batteria) e Sur'at Kasimov (basso). Nel finale, anche una citazione del “Bolero” di Ravel… “Crashmind”, sempre nella loro seconda fatica, era un brano dalle chitarre durissime, intervallato ad un certo punto da una fase più controllata; in questo caso, invece, pur restando la musica tesa e vibrante, questa si distende senza dubbio in maniera più uniforme, sopra tappeti di suoni che si integrano perfettamente sul tema principale.
Dal primo “Audio Diplomacy” vengono estrapolati “Familiarization Results”, “Harry Heller Theater” e “Babylon Dreams”. In origine tre brani belli tosti (soprattutto l’ultimo) che sfoggiavano tutte le doti da guitar-hero di Popeloff, qui presentati in versioni decisamente accattivanti (“Babylon…” riserva parecchie sorprese) ed in cui emerge maggiormente il lavoro di tutto il resto del gruppo, sempre tra jazz-fusion e classica.
“Perfect Place”, “Parallels”, “Influence of Time” e “Desert Circle” sono invece presi dall’ultimo “Seventh Story”. Curiosamente, nonostante avessero destato già un’ottima impressione nella versione originale, qui sembrano letteralmente scrollarsi di dosso tutta l’elettricità e fluire più spontanei. Detto che “Perfect…” è per forza di cose identica a quella già conosciuta, con chitarra acustica e la bella voce di Popeloff, la lunga “Parallels” risuona immediatamente misteriosa e nel bel mezzo dei controtempi jazzati spunta pure il suono di una fisarmonica! Ancora grande acoustic jazz su “Influence…”, fresco e coinvolgente, da gustare fino all’ultima nota, mentre “Desert…” è un brano più d’atmosfera, dove però vengono comunque sfoderate ancora una volta le matrici di tutti gli altri pezzi, con un particolare accento alla tradizione asiatica.
Ricordando ancora una volta che è possibile acquistare anche il dvd, dove i nostri suonano i brani in presa diretta, non resta che raccomandare caldamente anche quest’album degli ex sovietici, tenendo sempre a mente che si tratta davvero di una proposta diversa. Comunque pregevole.



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Michele Merenda

Collegamenti ad altre recensioni

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FROMUZ Audio diplomacy (CD + DVD) 2007 
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