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FALSOS CONEJOS YYY VIajero Inmovil 2010 ARG

Con il nome “Falsos Conejos” in Bolivia viene chiamato un piatto a base di carne… carne non ben definita… (non so quanto possa essere grande la comunità vicentina in Bolivia ma, in sostanza, il cibo è quello che ha reso famoso questa zona del nord est) e questi tre ragazzi argentini prendono il nome da questa pietanza (nonché da una poesia di un poeta locale).
La musica che ci propone il trio di Buenos Aires può essere paragonata a questo piatto..non si sa cosa c’è realmente dentro il calderone d’influenze musicali dei Falsos Conejos, ma il risultato alla fine è più che commestibile… basta non chiedere al cuoco gli ingredienti che lo compongono.
Il gruppo, proposto dalla casa discografica Viajero Immovil, miscela rock psichedelico e post rock in maniera molto accattivante e professionale e nonostante sia difficilissimo di questi tempi, ottiene risultati molto personali che li fa distinguere da altri gruppi dello stesso genere.
I Falsos Conejos sono alla loro seconda esperienza in studio, e per dare alla luce questo “YYY” hanno lavorato in studio di registrazione oltre un anno. Un tempo che potrebbe sembrare eccessivo considerando la classica formazione a tre (chitarra, basso e batteria) ma il risultato che ne è venuto fuori alla fine è ampliamente all’altezza del tempo speso in studio.
Il disco si fa amare saltando dai Pink Floyd prima maniera agli Explosion in the Sky, strizzando l’occhio a certo krautrock (Guru Guru) e a certo indie rock vecchia scuola, ed in tutti i nove brani, totalmente strumentali, si respira un’aria di libertà e indipendenza da schemi predefiniti, che, pur non sfociando mai nell’avanguardia musicale, non sembrano il solito copia-incolla di atmosfere già create quarant’anni fa.
Tra i brani migliori sicuramente “Subrevuelo”, dove il termine post rock sembra ancora aver qualcosa da dire anche in questi ultimi anni. “El Panq” con un basso nettamente in evidenza (questo strumento è la vera nota positiva di questo lavoro). ”Mtpts” brano finale da oltre dieci minuti dove tutte le influenze del gruppo vengono riportate in una sorta di polpettone fatto con gli avanzi della festa del giorno prima (e il polpettone è molto buono).
Concludendo, un disco molto carino e originale, e forse non è un caso che molti gruppi provenienti dall’area sudamericana si cimentino con questo tipo di sonorità. Non si può sicuramente parlare di una nuova scuola psichedelica proveniente dall’Argentina, ma di gruppi che si divertono a suonare in questo modo forse influenzandosi anche l’un altro sicuramente.
Assaggiatelo... e non chiedetevi che cosa c’è dentro.


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Antonio Piacentini

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