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FIRE ON DAWSON Seven billion and a nameless somebody Degressive Records 2012 GER

Questi tedeschi sono al loro secondo album, nel quale non nascondono affatto la loro passione per il progressive, pur muovendosi in un territorio un po’ di confine, viaggiando tra indie-rock, ritmi robusti e voli cosmici. I Fire of Dawson sono musicisti preparati, un quartetto formato dallo “straniero” del gruppo, il bravo cantante indiano Ankur Batra, voce calda, potente e dalla buona estensione, dal chitarrista Markus Stricker, che sa abbinare cattiveria e abilità e dalla coppia ritmica Martin Sonntag al basso e Max Siegmund, vigorosa e affiatata. Dopo un paio di pezzi introduttori e orientati su un indie-rock vibrante, spedito, che prende spunto da certe band alternative degli anni ’90 (Korn, Smashing Pumpkins, Alice in Chains, Tool), ma francamente non così interessante, bisogna aspettare la terza traccia “The code” per cominciare a intravedere i primi veri segnali progressive, anche se sempre indirizzati verso un sound duro. Va ancora meglio con “Steal the show”, che mescola brillantemente hard rock zeppeliniano e psichedelica, e con gli oltre sette minuti di “Synthetic part I”, sorta di ballad lunatica dai sapori elettroacustici che deve non poco a Roger Waters, con spunti chitarristici davvero notevoli. Si prosegue e si possono ascoltare altre canzoni con le quali il gruppo sembra cercare un po’ di tiro, ancora orientandosi verso certo rock alternativo, contaminato con un pizzico di digressioni gothic. Il momento clou arriva però con “God of the lost” , in cui, pur mostrando svariate sfaccettature, fa colpo uno space-rock solido che unisce visioni cosmiche à la Hawkwind, atmosfere floydiane e robustezza heavy-prog. La proposta dei Fire of Dawson non riesce a convincere pienamente proprio per questa voglia di miscelare influenze troppo diverse, finendo con il navigare quasi senza meta tra generi e composizioni che si ritrovano con l’avere ben poco in comune, così, nonostante diverse buone intuizioni, la media qualitativa dei brani proposti non riesce ad elevarsi.


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Peppe Di Spirito

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