Home
 
GARDEN WALL Forget the colours Mellow 2002 ITA

Chi ha seguito la carriera dei Garden Wall sa bene che ogni album di questi ragazzi friulani rivela sorprese. Il silenzio discografico della band durava da cinque anni e a romperlo arriva "Forget the colours", cd dal titolo che ci illustra già bene i contenuti, visto che si tratta senza dubbio del lavoro più "nero", duro e cupo mai realizzato da Seravalle & co. Il brano di apertura, "Lead" è di una violenza inaudita, praticamente un cazzotto nello stomaco, con una partenza non distante dal death metal. Ma non spaventatevi troppo, le evoluzioni di cui il gruppo è capace vengono fuori anche in questa traccia con una musica angosciosa, ma ricchissima di sfumature. L'album è lunghissimo e presenta innumerevoli variazioni ritmiche, ma è sempre pervaso da queste atmosfere oscure e sinistre; infatti, anche i momenti meno feroci sono molto asfissianti e spesso sottolineati dal cantato nervoso del leader o dal malinconico accompagnamento del violino. "Non c'è luce!" canta, o meglio urla, Seravalle in "Deinococcus radiodurans" ed anche questo è indicativo del percorso che ha voluto seguire in quest'occasione con il suo gruppo. Difficile, in effetti, definire con esattezza la musica che ci presentano stavolta i Garden Wall: con le sfuriate prepotenti, quest'alone buio che ottenebra il lavoro e i continui sobbalzi ritmici, si potrebbe parlare di dark-prog-metal, ma siamo ancora lontani dal rendere bene l'idea. Anche perché il gruppo riesce a contaminare benissimo queste caratteristiche con la più svariate influenze: passaggi non distanti dal jazz-rock, contrasti ritmici di ogni tipo, folklore d'importazione est-europea e strappi strumentali dalla dinamica imprevedibile non fanno altro che aumentare la grande qualità di questo lavoro. La cosa migliore da fare è ascoltare e riascoltare con la massima attenzione "Forget the colours", per coglierne ogni minimo dettaglio e per rendersi conto che il Garden Wall hanno fatto nuovamente centro. Scoraggerei l'ascolto di quest'album ai deboli di cuore e a chi soffre di claustrofobia e cerca solo un sound solare, alla Flower Kings per intenderci, ma lo consiglio vivamente a chi ama il progressive a 360° ed ha interesse ad avventurarsi lungo i suoi sentieri più tortuosi. Dimenticate i colori; concentratevi sulla pregevole musica dei Garden Wall!

 

Peppe Di Spirito

Collegamenti ad altre recensioni

GARDEN WALL Principium 1993  
GARDEN WALL Path of dreams 1994 
GARDEN WALL The seduction of madness 1995 
GARDEN WALL Chimica 1997 
GARDEN WALL Forget the colours 2002 
GARDEN WALL Towards the silence 2005 
GARDEN WALL Towards the silence 2005 
GARDEN WALL Assurdo 2011 
GENOMA Silenzioso 2014 

Italian
English