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GRACE Poppy Cyclops 1996 UK

In inglese poppy è un termine che si usa per indicare qualcosa che è tendente al pop, quindi da questo punto di vista il titolo può essere abbastanza indicativo... ma c'è di più. Questo quinto album (terzo dopo la reunion) dei GRACE può tranquillamente essere descritto sia come esempio della peggiore merda (scusate il linguaggio...) del Prog contemporaneo, sia come l'opera di un gruppo geniale per originalità ed ispirazione. Secondo il mio modesto parere, la verità sta più vicina alla seconda ipotesi che alla prima. In effetti specialmente la prima parte del CD sarebbe in grado di scoraggiare qualsiasi ascoltatore abituato a ben altre sonorità: i GRACE si producono in un party-Prog (una variante del pronk dei Cardiacs) che può risultare entusiasmante dal vivo ma che, al primo ascolto, lascia molto ma molto perplessi. Dite quel che volete, ma al secondo ascolto, con ancora nelle orecchie il resto dell'album, anche questa parte non mi sembra così orrenda. Già dalla quinta traccia ("Oklahoma") il gruppo comincia a fare sul serio: si ritorna sui livelli del primo album post-reunion, quel "The poet, the piper & the fool" che così tanti consensi si guadagnò da parte del consesso Prog. L'atmosfera rimane ugualmente abbastanza leggera, ma siamo su altri livelli rispetto all'inizio; i fiati di Harry Davies (flauto e sax) vengono utilizzati col contagocce, ma quando ciò accade la musica fa un salto di qualità non indifferente. Similitudini...? Non ce ne sarebbe bisogno, ma pensate ai Jethro Tull che si uniscono a Marillion e Roxy Music e avrete un'idea di ciò che vi attende. Brani come lo stesso "Oklahoma" o "Secret garden" rappresentano un'attrattiva per qualunque potenziale acquirente: perfino "Emily", che potrebbe essere più definito progressive, nel senso del progressive da discoteca, possiede una sua attrattiva che non lo fa certo sfigurare in un album del genere. I GRACE sono un gruppo che non si è mai preoccupato di voler essere Progressive e in tal senso non temono di avventurarsi in tenitori altrimenti proibiti; anche per questo li apprezziamo...

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

GRACE The poet, the piper and the fool 1992 
GRACE Pulling strings and shiny things 1994 
GRACE Gathering in the wheat 1998 

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