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GNU QUARTET Karma Artist First/Azafran Media 2014 ITA

Ascoltando e analizzando questo disco si possono notare non poche similitudini con un esperimento fatto dall’ensemble Kamera Quintet nel 1998, intitolato “Kamera in rock”, che probabilmente ha avuto meno attenzioni di quanto avrebbe meritato. L’idea alla base era quella di rielaborare famose composizioni della storia del progressive rock in chiave classica e con strumenti classici. Se all’epoca i protagonisti erano i fiati, oggi, con lo Gnu Quartet “in prog”, lo diventano gli archi. Con quel disco di sedici anni fa ci sono in comune anche due brani, che sono proprio quelli che aprono il cd “Karma”: “Peaches en regalia” di Frank Zappa e “Roundabout” degli Yes. Mantenendo il confronto tra i due progetti si denota in entrambi un ottimo lavoro e grande personalità negli arrangiamenti, ma mentre il Kamera Quintet sembrava tendere ad un maggior rigore cercando di far avvicinare pagine storiche del prog al mondo accademico, lo Gnu Quartet cerca di mantenere una certa vivacità di base, una maggiore spensieratezza. Il fatto che il quartetto sia formato da tre musicisti impegnati agli archi (Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Stefano Cabrera al violoncello) e da una ragazza al flauto (Francesca Rapetti) è già indicativo della voglia di dare comunque colore alle composizioni scelte. Ed infatti il flauto si ritrova diverse volte a dirigere le danze, come in “Roundabout”, quando in pratica sostituisce le melodie vocali di Jon Anderson. Se poi “The great gig in the sky” ricorda molto da vicino l’originale anche per la presenza di Durga McBroom-Hudson (già corista dei Pink Floyd), sono davvero sorprendenti gli oltre nove minuti di “Stereotaxis”, una composizione originale dello stesso Gnu Quartet firmata da Stefano Cabrera, che riesce ad unire magicamente suoni e atmosfere che possono appartenere al prog, come alla musica classica, come a certo jazz. Tra improvvise accelerazioni e brusche frenate, i musicisti mostrano la capacità rara di abbattere ogni confine e riescono a mantenere in tensione l’ascoltatore per tutta la durata del brano. Una breve versione di “Hairless heart”, davvero encomiabile in qualsiasi salsa, e il grande impatto dell’”Allegro”, dal primo “Concerto Grosso” dei New Trolls, rinvigorito per l’occasione dalla chitarra di Andrea Maddalone, portano a termine il cd nel migliore dei modi. La realizzazione di “Karma” (che si presenta, tra l’altro, con una bella copertina firmata Paul Whitehead) portava sotto molteplici aspetti diversi fattori di rischio, ma il quartetto è riuscito a raggiungere alla fine risultati credibili, accattivanti e affascinanti. Dopo diversi album a cavallo tra musica propria e rivisitazioni, collaborazioni con artisti di spessore (in ambito prog ricordiamo quelle con PFM e New Trolls), la realizzazione di colonne sonore e musica per la televisione e concerti in tutto il mondo, lo GnuQuartet ha deciso di fare un passo di avvicinamento verso il mondo del progressive. E’ un passo breve (“Karma” dura solo una mezz’oretta), ma deciso e con un valore musicale decisamente elevato, al punto da aver meritato anche parole di apprezzamento da parte di Steve Hackett.


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Peppe Di Spirito

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