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FRANCO GIAFFREDA Gli strani giorni di noinessuno autoprod. 2019 ITA

Chi ricorda gli Evil Wings? Si trattava di un gruppo italiano che fece un esordio folgorante a metà anni ’90, con un disco di prog-metal di altissima qualità, sicuramente tra i migliori del genere in Italia (e non solo), seguito poi da altri lavori validi. Ritroviamo oggi il chitarrista e cantante della band, Franco Giaffreda, con questo interessante album solista. Giaffreda non è certo stato con le mani in mano al di fuori del gruppo che lo ha fatto conoscere agli appassionati di progressive rock e sono numerose le sue collaborazioni, tra le quali spicca la sua presenza nel rinnovato Biglietto per l’Inferno tra il 2009 e il 2012. “Gli strani giorni di noinessuno” è il suo secondo cd da solista e vede al suo fianco un’altra vecchia conoscenza degli Evil Wings, Walter Rivolta alla batteria e il bassista Andrea Papini. Il disco è incentrato su un hard rock progressivo di buona fattura, che esalta le qualità sia vocali che strumentali di Giaffreda. Le sue composizioni sono quasi sempre brevi ed essenziali, la maggior parte addirittura non arrivano a toccare nemmeno i tre minuti e solo una si prolunga fino a sfiorare i nove minuti. Questa essenzialità, tuttavia, non fa binomio con semplicità, perché ogni pezzo è costruito con grande intelligenza e merita le dovute attenzioni. Il cd, infatti, va avanti alternando cavalcate ruggenti che rimandano ai classici dell’hard rock degli anni ‘70 (“Corri con i pensieri”, “Ladri di sogni”), strumentali che esaltano le sue doti da guitar-hero (“In un vortice di pensieri”, “Viaggiando lontano”) o che rappresentano bozzetti delicati e che allentano un po’ la tensione (“Identità confusa” e “Solo”), ballate raffinate e melodiche (“Domande”, “La ballata di nessuno”, “Alba interiore”), un episodio che può rievocare un po’ alla larga il citato Biglietto per l’Inferno o anche il Rovescio della Medaglia (“Anime di latta”), due curiose e piacevoli divagazioni dai toni jazz, in cui figura anche il flauto (“Dormiveglia” e “Prima del risveglio”) ed un finale più vicino ad un rock melodico (“Ricominciare ad essere”). Discorso a parte per “Incubo notturno”, quella traccia più lunga che ha una costruzione decisamente più prog, con un’apertura misteriosa e un po’ dark, cui seguono un’esplosione sinfonica aiutata dal mellotron ed un crescendo stravagante. Ci sono temi che vengono ripresi, momenti di calma apparente, tempi composti, stravolgimenti ritmici e di atmosfera e non mancano soluzioni robuste che si amalgamano bene con l’andamento generale dell’album. Ed anche in questa costruzione più marcatamente legata al prog Giaffreda mostra di saperci fare. Chi ha seguito questo musicista fin dagli esordi degli Evil Wings sarà davvero contento di ritrovarlo così in forma, ma il disco può essere una piacevole scoperta anche per chi non lo conosce ed apprezza le contaminazioni tra prog e rock più duro.



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Peppe Di Spirito

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EVIL WINGS Brightleaf 1996 
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