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HEAD POP UP Tokusen burari tabi Poseidon Records 2002 JAP

Dal Giappone ecco un altro gruppo da inserire tra i nuovi nomi più promettenti della scena prog nipponica. Gli Head Pop Up di certo non sentono il bisogno impellente di dover apparire moderni a tutti i costi e senza alcun problema ci propongono in questo disco d'esordio una serie di brani dalla lunghezza media piuttosto elevata, idealmente vicini alla grande tradizione del prog-rock sinfonico. Così se a tratti è inevitabile trovarsi di fronte a delle composizioni sviluppate in maniera quasi prevedibile è comunque difficile restare immuni dal fascino crepuscolare e sottilmente visionario che circonda buona parte dei brani. La maggior parte dei titoli che compongono "Tokusen burari tabi" sono interamente strumentali, a parte "Metempsychosis" e "Summer 90" entrambe caratterizzate dagli interventi vocali brevi ma decisamente incisivi della brava tastierista Michi Mayanagi; uno dei maggiori meriti degli Head Pop Up va sicuramente individuato nella ottima padronanza tecnica, questi cinque ragazzi con i loro strumenti decisamente ci sanno fare, Hido Wada e Michi Mayanigi come tastieristi oltre che a rivelarsi degni discepoli della grande tradizione prog-sinfonica hanno l'accortezza di dare un senso di personalità ai brani mentre Atsushi Iwasawa, chitarrista del gruppo, merita un bel plauso per la sua abilità e sensibilità strumentale... cosa molto rara al giorno d'oggi, almeno in ambito rock-sinfonico. Infine Teruro Mikami e Hisashi Habe, rispettivamente il bassista ed il batterista del gruppo, formano una sezione ritmica precisa e ben cordinata con le complesse evoluzioni del disco. Il levello artistico delle sei composizioni di certo saprà soddisfare in egual misura i puristi del prog-rock più classico e gli ascoltatori più esigenti, questo grazie ad un urgenza compositiva che porta i nostri cinque giapponesi ad andare oltre i soliti riferimenti stilistici, come ad esempio la lunga suite finale di ventidue minuti, "Toscana" (un titolo che lascia immaginare l'amore per l'Italia provato dai cinque musicisti), un bell'esempio di incontro fra rock sinfonico e folk rurale, oppure ancora "Soshite", uno strano e spassoso scherzo in musica che probabilmente non sarebbe dispiaciuto ai Samla Mammas Manna.

 

Giovanni Carta

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