Dal 1981 Musea ripesca l'album di questo tastierista svedese ricco di talento e che, al contrario dei suoi modelli Emerson e Wakeman rifugge l'eccessivo ricorso a riferimenti e citazioni classici. Occorre dire anche che Anders nel suo lavoro tastieristico è anche meno fagocitante nei confronti degli altri strumenti. Si tratta sì di un album in cui il suo strumento, nelle sue varie sfaccettature, la fa da padrone, ma in cui i ricchi arrangiamenti che prevedono l'utilizzo di chitarre acustiche, violino e percussioni non sono disdegnate. Quanto al genere musicale proposto, si passa, di pezzo in pezzo, dal jazz-rock al folk, dalla musica elettronica a quella classicheggiante. Anders seduce gli ascoltatori per la molteplicità e la varietà dei temi, gli sviluppi sinuosi che creano un tourbillon musicale di grande ampiezza. In questi 40 minuti ci viene proposto del materiale che avrebbe potuto ben essere sviluppato per riempire 3-4 altri album. Per gli amanti delle tastiere...