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HAWKWIND Alien 4 EBS 1995 UK

L'astronave HAWKWIND riaccende i suoi potenti reattori per guidarci nell'ennesimo viaggio attraverso gli spazi interplanetari sconosciuti e lontani, celebrando per l'occasione il 25° anno di peregrinazioni cosmico-sonore con la pubblicazione una saga aliena densa di suggestive atmosfere capaci di catturare immediatamente sensi, cuore e cervello e farli volare in alto, verso orizzonti infiniti. Con una formazione impostata stavolta su un quartetto di eminenti personalità artistiche, D. Brock, A. Davey, R. Chadwick, oltre alla presenza del nuovo cosmonauta R. Tree, sorprendente alien voice che dona spessore e pathos alle linee vocali di diverse composizioni, gli HAWKWIND elaborano un'opera intrisa, al solito, del tipico calore del lirismo spaziale, dosando con sapiente lucidità ambientazioni caratteristiche del loro percorso stilistico, vere e proprie sinfonie colorate da speciali tinte space-rock assemblate su ritmiche possenti e ossessive, chitarre elettriche in volo solipsistico e talvolta proiettate verso brutali combustioni rifinite da effetti wah-wah, sintetizzatori impazziti che rovesciano liquida materia sonica per offrire quell'andamento ipnotico e fluttuante che ritroviamo spesso nelle partiture del Capitano Brock e compagni. Accanto ai potenti segnali pregni di vigorosa carica cosmica quali "Alien (I am)", "Death trap", "Festival", "Are you losing your mind?" e "Xenomorph", si può aumentare il coinvolgimento emotivo con i consueti momenti di estasi riflessiva, brillanti di luce purissima, trasmessi dall'equipaggio su determinate frequenze sintetiche in grado di lambire climi particolarmente lussureggianti, stilisticamente vicini alle armoniose trame ambient: è il caso dei magici rituali elettronici esibiti da "Vega", Abducted", dove riaffiorano i ricordi dei poemi narrati da M. Moorcock, "Journey" e "Kapal". Una istituzione del rock britannico continua a vivere e ad emettere pulsanti segnali di enorme creatività. Long live HAWKWIND!

 

Alberto Santamaria

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