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CARL HUPP PROJECT Hyper statue Long Point Records 2005 USA

Jazz-rock diretto, a tratti travolgente, con la giusta dose di complessità ed un’ampia percentuale di progressive, da cui traspare la gioia di suonare di musicisti dal grande talento… A volte è proprio quello che ci vuole! E l’ascolto di “Hyper statue” è piacevole e dona momenti molto positivi. Il batterista statunitense Carl Hupp si circonda di compagni di avventura bravissimi e si propone con un prodotto molto professionale, di qualità, dal feeling immediato, eppure intelligente, ricercato e ben distante da manierismo e autoindulgenza, pericoli che troppo spesso non vengono evitati in dischi del genere. Un sound compatto, sempre d’insieme, anche quando a forgiarlo sono numerosi strumenti: ecco il segreto della bella riuscita di questo cd. Il drumming del protagonista, pur ovviamente al centro del lavoro, non va mai sopra le righe e la partecipazione degli altri musicisti, sia con strumenti elettrici, che con fiati mai pacchiani e sempre dall’orientamento jazzistico, è totale. Ben settantasette minuti strumentali, che, comunque, passano via lisci, immediati, senza stancare nemmeno per un attimo. Inoltre, insieme al cd, troviamo un DVD documentaristico, contenente un videoclip del brano “Skeleton crew”, una galleria fotografica, un’intervista a Carl Hupp e dei filmati dei musicisti, catturati in studio alle prese con i loro strumenti, in una sorta di “making of” del disco. Da segnalare infine, per la gioia dei progfans, una “dichiarazione d’amore” ai King Crimson nel libretto del cd, una cover di “Five G”, presente sul magico “One of a kind” di Bill Bruford” ed un paio di nomi che hanno partecipato: Tony Levin e Stanley Whitaker. Tutto molto stuzzicante, vero?

 

Peppe di Spirito

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