Home
 
HIGH WHEEL Live before the storm Progress Records 2006 GER

Dopo qualche traversia il gruppo bavarese torna in forma smagliante, dopo aver trovato finalmente una nuova etichetta discografica. Il risultato di questa nuova collaborazione è un album doppio dal vivo che ripercorre per intero la discografia del gruppo, con ripescaggi più o meno in parti eguali da tutti e quattro gli album in studio che la band ha realizzato dal 1993. Le registrazioni sono state effettuate nel live club "Kant'n" di Neuhaus in Baviera e l'album è dedicato proprio a questo locale, l'unico disponibile alle esibizioni live nella zona della band, e ora chiuso, demolito e ridotto a parcheggio. La scaletta è di grande effetto con un'apertura affidata alla grandiosa "Open Lines" che con i sui quindici minuti apriva l'album "Remember the Colours": il brano dal vivo rende in maniera superba con i suoi suoni potenti e solenni, gli intrecci vocali e le sue bellissime aperture sinfoniche con flauto e tastiere sognanti. La particolarità di questa band è che in tre si alternano alle tastiere e alla voce, fatto questo che dona alla musica degli High Wheel una grande versatilità. Il gruppo rende benissimo sui brani di lunga durata, costruiti sempre con grande equilibrio ed eleganza, e sembra proprio rendersene conto dal momento che ha selezionato, per questo live, in prevalenza canzoni lunghe. Fra queste spicca senza dubbio la bellissima suite "There" che chiude il primo di questi due CD, proposta in quest'occasione in una versione addirittura più estesa di ben otto minuti rispetto all'originale che si trovava nell'omonimo album. L'altro pezzo esteso del primo CD, collocato nella parte centrale, è "The Screamer" con i suoi dodici minuti e mezzo, tratta da "Back from the Void": si tratta di un pezzo decisamente teatrale, con parti vocali quasi da musical, che gioca su rallentamenti e passaggi insoliti. A completare il primo dischetto la band ha scelto quattro tracce più contenute, due prese da "Remember…" ("Gear-Wheels" e "Gniton's Promise") e l'altra, "Void", tratta da "Back from the Void".
Il secondo disco si apre con "Outside the Circles" un tuffo nel lontano passato dell'esordio discografico: si tratta di uno dei primi tentativi di realizzazione di un pezzo lungo e strutturato in più parti che ci mostra un gruppo ancora in fase di ricerca e crescita. Dopo il più breve, intricato, ed esplosivo "Try an Error" (da "Back from the Void"), con bellissimi richiami agli Echolyn, gli High Wheel mettono uno dietro l'altro tre lunghi pezzi: "High Wheel in the Sky (part I)", sempre dal primo album, "The Four Season" (da "Remember…") e "Into Voyage" (da "There"), che si chiude con un lungo assolo di chitarra. Chiude l'intera opera un altro brano tratto da "There": "Hate Sounds", parte finale della trilogia di "Metamorphosis". Il gruppo si è sempre considerato principalmente una live band e in effetti riesce a scatenare tutta la sua energia riuscendo a rivitalizzare brani, come quelli degli esordi, che all'epoca potevano apparire un po' acerbi. I pezzi più maturi dal canto loro non fanno altro che migliorare. Confesso che non sono un'amante dei dischi dal vivo, ma questo, con la sua vitalità e la sua esuberanza, sicuramente ha un suo senso nella discografia della band. Chi non conoscesse la band può sicuramente prenderlo come punto di approccio alla sua discografia, chi conosce gli High Wheel non ne potrà sicuramente fare a meno.

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

HIGH WHEEL Remember the colours 1994 
HIGH WHEEL There 1996 
HIGH WHEEL Back from the void 2001 

Italian
English