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HANNAH A life in rock minor Musea 2008 SPA

Questo debutto discografico appartiene di fatto ad una band della bellissima regione spagnola della Cantabria ma ascoltando la musica in esso contenuta potremmo benissimo pensare ad un gruppo americano o forse a nessun paese in particolare. Non perché la band canti in un discreto inglese ma soprattutto per il fatto che i cinque ragazzi che hanno scelto come moniker un palindromo nome femminile sono partecipi del processo di spersonalizzazione ed omologazione che affligge diverse giovani band odierne. La musica non è poi neanche male, è ben suonata, presenta delle belle scelte melodiche ma fondamentalmente manca di personalità e si perde in mille tentativi di emulazione che non portano a nulla di ben definito ed identificabile. La traccia di apertura fa subito effetto con la sua musica sgargiante, le tastiere potenti, i cori suadenti e le chitarre lanciate che si prodigano in molti assoli ma in sostanza è come girare con la testa immersa in una moderna metropoli illuminata da chiassose insegne luminose che si spengono e si accendono provocando un senso di stupore ma anche di disorientamento e stordimento. Finiti gli effetti speciali non rimane nulla in realtà di davvero consistente e anche le canzoni si presentano fra loro assai diverse nello stile. Moltissimi sono i punti di riferimento, fra i quali possiamo riconoscere in primis Spock's Beard e Flower Kings ma anche le produzioni più melodiche ed edulcorate di Toto o Journey con un pizzico di prog vintage sulla scia degli Yes. Non tutto l'album presenta buoni standard qualitativi e anche nell'ottica di un patinato gruppo di prog che si sforza di essere alla moda, l'album in esame appare un tantino deludente. Se la band fosse riuscita a fare un disco intero seguendo l'onda dell'ammiccante ma schioppettante traccia di apertura forse sarebbe uscito fuori un prodotto ruffiano ma con i contro-fiocchi; il risultato finale, fra alti e bassi, è assai diverso e si attesta appena su livelli di sufficienza. Pensando alla Cantabria immagino i suoni ed i colori della musica degli Ibio. Gli Hannah non hanno assolutamente niente a che vedere con loro ma forse un occhio alle radici della propria terra potrebbe segnare la strada da seguire per donare un punto di luce e di originalità a canzoni del tutto prive di sentimento.

 

Jessica Attene

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