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HADDAD Eros & Thanatos Long Live Records 2009 BRA

Settimo album per la famiglia Haddad, questa volta addirittura un doppio cd. Regista del progetto ancora e sempre Gustavo Haddad (tastiere e voce) coadiuvato dal fido fratello Leandro (chitarra acustica), da Paulo Pellissari (chitarra elettrica), da Rubinho (contrabbasso), da Sergio Melo (batteria) e da un altro Haddad (Gabriel) anch’esso alla chitarra elettrica. Numerosi gli ospiti che si dividono fra sax, flauto, viola e violino, a rendere più personale il lavoro. Nulla di indimenticabile, sia chiaro, ma comunque più che accettabile.
Dal primo cd, pregevole lo spiccato lato sinfonico presente nell’introduttiva “Deuses, anjos, homens & bestas” con qualche richiamo anche ai Camel (Latimer docet), un intenso uso del flauto e la lieve, minimale e malinconica lingua portoghese a ricordarci la provenienza brasiliana del gruppo. Brano nostalgico è invece “Solidão” con brevi ma pregevoli “solos” prima di Pellissari e poi delle tastiere di Gustavo ed un finale molto evocativo con viola e violino in evidenza.
Non male anche la floidiana “A colônia dos cybermen” con finale molto sinfonico.
Qualche sottile venatura jazz ha il pregio di screziare la superficie che si stava un po’ appiattendo in brani come “Fluidos rituais” e “Liberdade, cedo ou tarde”. Se “Viena flashbacks” è un estemporaneo valzer (!!), un “rockettino” senza pretese è, per contro, “Punk baby Lou”.
Sprazzi hard rock disegnano invece le linee principali della title-track che chiude il primo cd.
Meno riuscito il secondo dischetto. Momenti di buona ispirazione sono ancora presenti (“Se o céu não tem almas para nos dar”, con le tastiere del leader sempre in primo piano), ma affiora una certa stanchezza in molte composizioni (“Horizontes”, “Raios de centaura”, “Rotina“) e anche qualche caduta di stile (“Alright” e “O vôo da feiticeira” con una batteria ripetitiva e fastidiosa).
L’album si chiude piacevolmente con la lunga “Twilight zone” che alternando le liriche in portoghese ed in inglese, sposta le sonorità verso un piacevole new-prog d’oltremanica.
Malgrado i limiti ricordati, l’eccessiva lunghezza (un cd singolo era più che sufficiente), qualche ripetitività di troppo e tastiere a volte “fredde”, “Eros & Thanatos” è comunque un lavoro più che sufficiente, come dicevamo, e qualche ritocco in fase compositiva non potrà che giovare alla band-famiglia brasiliana per un ulteriore passo in avanti qualitativo.

 

Valentino Butti

Collegamenti ad altre recensioni

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