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STEVE HILLAGE BAND Live in Amsterdam 2006 at the Gong Family Unconvention G – Wave / Gonzo Multimedia 2012 UK

Novembre 2006, Amsterdam. Un festival in onore dei leggendari Gong… Per l’occasione salgono sul palco un bel po’ di musicisti che hanno suonato in questo che è uno dei gruppi più strambi di sempre. Ed uno degli eventi che più avrà fatto gioire i fan è stata sicuramente la performance della band del chitarrista Steve Hillage, di nuovo on stage dopo venticinque anni di assenza. Insieme a lui Miquette Giraudy alla voce e alle tastiere, Mike Howlett al basso, Chris Taylor alla batteria (tutti e tre ex Gong) e Basil Books alle tastiere. La scaletta prevede estratti soprattutto dall’album solista di Hillage intitolato “Fish rising” e datato 1975. Forse non tutti lo sanno, ma questo disco è un’autentica gemma, che testimonia alla grande le incredibili qualità artistiche del chitarrista e che può essere inquadrato tra gli imperdibili lavori della scuola di Canterbury. Le composizioni eseguite ad Amsterdam fanno riemergere alla grande quel sound liquido e spacey che le caratterizzava anche sull’incisione in studio, condendole con discrete dosi di energia. “AftaGlid”, la superba prima parte di “Solar musick suite” e “The salmon song” ci permettono di riassaggiare gustosissimi sapori di un passato troppo spesso dimenticato. Hillage è in forma e sforna una prestazione ineccepibile, ben coadiuvato dai suoi compagni. A completare la scaletta “Hello dawn”, la beatlesiana “It’s all too much” riveduta e corretta in salsa canterburiana e “These uncharted lands” suonata per la prima volta dal vivo e che dopo un inizio elettronico si trasforma in un onirico viaggio sonoro psichedelico. Insomma, c’è da leccarsi i baffi e questo nuovo documento diventa perfettamente complementare allo spettacolare “Live herald” del 1979. Echi di space-rock gonghiano, deviazioni leggere e personalissime di jazz-rock e cavalcate strumentali assolutamente travolgenti caratterizzano i brani di un artista la cui carriera solista dovrebbe essere conosciuta al meglio da chi si professa amante del progressive. Perché Hillage, sia con i Gong, sia da solista nella seconda metà dei seventies, ha toccato dei picchi creativi invidiabili, mostrando un’ispirazione straordinaria. In questo cd, inoltre, il piatto è completato con delle bonus tracks che rappresentano ripescaggi di enorme valore sia artistico che storico. Innanzitutto ci sono tre pezzi tratti da un concerto, sempre ad Amsterdam, del 1979. Ma assolutamente deliziosa è la conclusiva versione embrionale di “Solar musick suite”, registrazione del 1974 in un concerto londinese dei Gong in una delle formazioni migliori (oltre Hillage e Howlett, Dider Malherbe al sax, il folletto Daevid Allen alla voce, Lawrie Allen alla batteria e Tim Blake alle tastiere), che presentano una composizione non ancora definita al 100%, ma già brillantissima e che solo l’anno seguente vedrà l’effettiva pubblicazione. Quando si tratta di artisti di tale spessore ogni parola sembra di troppo… Insomma… settantatre minuti di musica meravigliosa! Fiondatevi ad acquistarlo, sia nel caso che conosciate già la musica di Hillage, sia che si tratti del vostro primo approccio!


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Peppe Di Spirito

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