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HIGH WHEEL There Ipso Facto 1996 GER

Non tutti i gruppi l'azzeccano alla prima... ed i bavaresi HIGH WHEEL non sono tra questi. I loro tre album hanno rappresentato un miglioramento costante, partendo con lo zoppicante "1910", continuando con l'ottimo, ma alterno "Remember the colours", fino a questo "There", ascoltando il quale m'impaurisco solo a pensare a un ulteriore miglioramento. Fin dall'avvio di "Into voyage" il gruppo tradisce la propria passione per le sonorità pompose e solenni, cosa che può portare a comparare la loro musica ai Pink Floyd (nel brano succitato non fanno effettivamente molto per smentire queste comparazioni...), cosa questa non proprio esatta, o quanto meno riduttiva. Si parla di un rock multiforme ed ispirato come le migliori cose che il progressive ci può offrire oggigiorno, ricco di atmosfere ariose e sinfoniche, con ottime aperture strumentali, di pause ricche di liricità (bello e caratteristico il cantato, spesso a più voci, a ricordare talvolta gli Echolyn), di spunti furiosi e semi-metallici (!). Il CD è molto lungo (sarebbe stato un doppio, ai bei tempi del vinile), ma si mantiene su ottimi livelli praticamente dall'inizio alla fine, a differenza dei suoi predecessori. Si tratta di un concept, com'è brevemente spiegato nel booklet, e i 20 brani si riducono in pratica a 9 se si considera che molti sono fisicamente e logicamente legati l'un l'altro. Le suite e mini-suite così originate si susseguono senza soluzione di continuità: si arriva alla fine senza accorgerci del passare del tempo, avvolti nelle mille situazioni musicali ideate dai nostri amici tedeschi. Prendetela come volete, ma questo mi sembra un bel punto a loro favore, così come il fatto che, secondo me, questo disco possa raccogliere consensi sia da parte degli appassionati del genere, ma apprezzato dagli amanti del rock tout-court.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

HIGH WHEEL Remember the colours 1994 
HIGH WHEEL Back from the void 2001 
HIGH WHEEL Live before the storm 2006 

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