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HAUTVILLE Numen lumen Hau Ruck! SPQR 2011 ITA

Gli Hautville, che prendono il nome di una delle famiglie normanne più importanti e influenti, protagonista delle vicende storiche dell'Italia meridionale e della Sicilia, sono, guarda caso, un gruppo di origine lucana. “Numen Lumen” è una loro raccolta che rispolvera, con registrazioni più consone, alcuni brani del loro primo album, “No Milk For Babies”, a cui si aggiungono tre inediti. E’ un album che fotografa perfettamente il loro percorso artistico dal 2006 al 2011.
La loro è una musica dal sapore folk, un sapore più dovuto alla strumentazione prettamente acustica che ad un’effettiva appartenenza ben definita ad un genere di musica popolare di un particolare territorio. Se proprio dobbiamo contestualizzare geograficamente la musica di questi musicisti, quest’ultima va inquadrata principalmente all’interno della tradizione musicale mediterranea e del sud Italia. I brani, pur essendo quasi tutti acustici, mantengono un impianto musicale prettamente rock, quasi progressive. Sono infatti i grandi gruppi prog italiani degli anni ‘70 nelle loro soluzioni più acustiche tra i principali riferimenti musicali del gruppo. Gruppo che ama le sonorità oscure e misteriose, con melodie che fanno trasparire un misticismo intrigante e accattivante quasi psichedelico. Nel disco sono presenti citazioni filosofiche e letterarie con interventi recitati di cui alcuni, a dire il vero, un po’ forzati e fastidiosi: sembrano aggiunti solo per conferirsi un "certo" tono, togliendo molta della spontaneità dei brani.
L’impianto musicale è spesso incentrato sulle spalle della chitarra acustica di Leonardo Lonigro che disegna paesaggi italici ancestrali che ben si fondono con l’artwork dell’album. A rendere più corpose le sonorità ci pensano le tastiere di Francesco Dinnella, il quale si diletta anche nel canto. Spero non ce ne vorrà se gli preferiamo la voce di Simona Bonavita, molto più ricca di sfumature e coinvolgente. A completare la formazione c’è Paolo Bitonto, artista tuttofare che si occupa di batteria, basso, Mellotron e persino dell’artwork dell’album.
La composizione è ancora un po’ timorosa e lascia la sensazione che avrebbero potuto davvero osare, dando spazio ad altre soluzioni che non siano affidate solo alla chitarra acustica di Leonardo. Il livello dei pezzi è discontinuo: si alternano piccoli gioiellini a brani abbastanza anonimi. Tra i gioiellini doverosa citazione la merita “Apparizione”, brano intriso di un misticismo antico dove la voce di Simona si fa leggera e ci trascina nei luoghi più remoti della memoria. Del primo album risaltano brani come “Libera”, segnato da un’atmosfera stranamente perversa e aggressiva e "Hautville" dal ritornello ipnotico e accattivante.
Pur essendo un disco ancora acerbo, “Numen Lumen” è affascinante e piacevole all’ascolto. Gli Hautville hanno il grande pregio di aver definito con convinzione un loro percorso musicale abbastanza originale e credono in quello che fanno al punto da essere credibili anche alle nostre orecchie.


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Francesco Inglima

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