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INFRONT Inescapable Mals 2011 RUS

Un’altra uscita degna di attenzione dalla Russia. In realtà questi InFront (forma contratta di Invisible Front) non sono proprio degli sconosciuti: hanno infatti alle spalle un altro album di ottimo livello, il debutto discografico “Wordless” pubblicato nel 2005 per la R.A.I.G., e vantano la partecipazione al festival internazionale SKIF di San Pietroburgo del 2007. Forse questo per voi non è abbastanza ma la musica, se solo la ascoltaste, sono sicura che parlerebbe da sola. Si tratta di una proposta abbastanza robusta e tagliente, grazie alla presenza di ben due chitarristi, Dmitry Chernishev e Igor Uporov, ma che conserva delle componenti avanguardistiche e cameristiche e delle interessanti contaminazioni che la rendono varia e stimolante. L’instancabile opera dei chitarristi, che si alternano in maniera complessa con riff e veri e propri disegni melodici, è sostenuta dalla dinamica base ritmica di Alexander Meshcheryakov (basso) e K. Shtirlits (batteria): questi sono gli elementi essenziali della formazione ai quali si aggiungono il violoncello dell’ospite Olga Mokhnacheva e gli arrangiamenti al pianoforte dello stesso Alexander in qualche pezzo. Compatti e agili, aggressivi all’occorrenza, gli InFront, soprattutto grazie ai loro guizzi chitarristici Frippiani, mettono in bella mostra le loro profonde radici Crimsoniane che, nei punti in cui si viene ad aggiungere il violoncello, si trasformano in qualcosa che potrebbe meglio ricordare gli Anekdoten, come nella oscura e magnetica “Runnn3” (un’unica composizione divisa in due tracce più brevi), convulsa e poetica allo stesso tempo. Ma questo non è tutto: l’ombra tetra degli Univers Zero e quella più dilatata e lunare dei Pink Floyd si allungano su diversi scenari sonori di un album in cui le influenze classiche del Progressive Rock vengono associate e rilette in maniera personale ed interessante. L’intro, realizzata con il piano ed il violoncello da soli, ci offre una visione struggente che sfocia nella successiva “Infinite Approach”, un pezzo in cui gli strumenti si intrecciano in maniera articolata, con melodie classicheggianti disegnate soprattutto dalla chitarra, aperture R.I.O., ed insoliti accenti Jazz, che si mescolano in una formula decisamente convincente. La melodia degli arpeggi ed una batteria brillante e jazzy, uniti al violoncello malinconico, offrono un quadro evocativo in “Postcard Notice” ma l’album è nel suo complesso estremamente variabile e troviamo quindi anche capricci noise, qualche innesto elettronico, e persino un tocco di follia alla Jack Dupon, come nella suite di chiusura “Jockes Aside”, divisa in tre parti, anche se, è bene precisarlo, gli InFront hanno un’impostazione più controllata ed accademica rispetto agli svitati colleghi francesi. Questo album è un perfetto equilibrio di visioni contrastanti, assemblato in maniera gradevole e non pretenziosa, ruvido al punto giusto e dai disegni melodici ben intellegibili, nonostante i vari sbalzi di umore e le tante sfaccettature. Non stiamo parlando ovviamente di pura avanguardia, e spero che questo si sia capito, ma di qualcosa di decisamente più rockeggiante, fatto questo che rende questa proposta, ben realizzata anche in fase di registrazione e produzione, sicuramente appetibile per una buona base di pubblico. Provate per credere.


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Jessica Attene

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