Home
 
IN SPE In Spe Melodiya 1983 (Vaiguviiul 2019) EST

Chi conosce gli In Spe grazie allo splendido “Typewriter Concerto In D Major” (1985) rimarrà sicuramente sorpreso nell’ascoltare il loro debutto discografico, altrettanto bello ma profondamente diverso rispetto al più noto secondogenito: jazzy ed avanguardistico, bizzarramente scandito dal ticchettio di una vecchia macchina da scrivere quest’ultimo ed ambiziosamente sinfonico il primo. Erkki-Sven Tüür, compositore di fama internazionale perfezionatosi presso l’accademia musicale di Tallinn, usava gli In Spe per testare sul campo le proprie idee. Le sue creazioni erano incredibilmente polifoniche ed articolate, con sfavillanti sovrapposizioni tastieristiche e bei momenti di improvvisazione. Influenze che rimandano ai King Crimson ma anche a Oldfield e ai connazionali Mess sono ben intellegibili nella prima versione degli In Spe, assieme ad originali riferimenti al canto gregoriano e alla musica antica.
Nel Dicembre 1979, nell’aula magna dell’Università tecnica di Tallinn, il pubblico estasiato che assisteva all’esordio degli In Spe poteva assaporare qualcosa di fresco non solo nell’ambito di una scena comunque feconda, come quella progressiva estone, ma anche in riferimento alle più blasonate creazioni inglesi. Il successo di quella sera li portò ad esibirsi al celebre festival di Tartu nel 1980 dove la suite “Sümfonioniua seitsmele esitajale” fu premiata dalla giuria come migliore composizione ed il gruppo si aggiudicò anche il premio come migliore band.
La line-up, che comprendeva in origine il leader Erkki-Sven Tüür al flauto, synth e voce, Riho Sibul alla chitarra, Peeter Brambat al flauto, Toivo Kopli al basso, Anne Tüür al piano, Mart Metsala alle tastiere e Arvo Urb alla batteria, nel 1981 si arricchì con l’arrivo di nuovi membri ed in particolare di Jaanus Nőgisto alla chitarra. Questo assetto è quello che ascoltiamo all’opera nell’eponimo album di esordio che nel 1983 fu pubblicato per l’etichetta di stato sovietica Melodiya.
L’album si poggia sulla bellissima suite in 3 movimenti citata poc’anzi che, con i suoi venti minuti di durata, occupava l’intero lato A del vinile originale. “Sümfonioniua seitsmele esitajale” (sinfonia per 7 interpreti) è uno sfavillante tripudio di tastiere: il gruppo poteva contare allora su strumentazione di prim’ordine che comprendeva i sintetizzatori Prophet 5 e Roland Jupiter 8, un Minimoog, il Vocoder, l’organo Hammond ed un piano elettrico Yamaha. Maestoso e solare, il primo movimento, “Ostium”, sfoggia colorazioni strumentali che ci riportano a Yes e Genesis con arrangiamenti finemente intrecciati e disegni melodici distesi. Eleganti sono le interlocuzioni fra flauto dolce e tastiere e magnetici gli echi che ci riportano ai Mess di Sven Grünberg. La veste di questa musica è moderna, con le sue impressionanti colate di Moog e gli assoli bluesy della chitarra elettrica che si fanno strada agilmente in uno spartito ricchissimo. Il secondo movimento, “Illuminatio”, si apre col flauto dolce e richiama la musica antica. Oscuro ed enigmatico, questo brano svela la sua scrittura originale: Erkki-Sven Tüür mostra uno stile compositivo ben riconoscibile, con idee solide e polifoniche che verranno trasportate anche a livello dei suoi lavori per orchestra. In questo frangente, in cui scorgiamo richiami ai Gentle Giant e a Oldfield, l’artista ci regala momenti meditativi dal grande impatto emotivo. L’ultimo movimento, “Vitreum”, si apre con i rintocchi scintillanti sui piatti e gioca su tonalità alte e sui riverberi. In questa sorta di foresta di cristalli il flauto si diverte a cambiare prospettiva, come in un labirinto di specchi, e in questo gioco di echi e rifrazioni si inseriscono intermezzi più robusti con assoli di chitarra jazzy.
Questo album è essenzialmente strumentale per evitare problemi di censura molto comuni durante il regime sovietico. Prima ancora di questo gruppo Erkki-Sven Tüür era il leader degli Ezra, un'altra rock band in cui suonavano alcuni membri degli In Spe. Proprio per problemi con i testi e senza il permesso di poter suonare, questi adottò l’escamotage di invitare nuovi musicisti e di cambiare nome per uscire dalla lista nera delle autorità. Quasi in segno di sfida, il lato B del vinile di esordio si apre con “Antidolorosum”, un brano hard blues dominato da tastiere prepotenti, in cui il leader canta in modo declamatorio i versi del poeta Artur Alliksar, osteggiato e persino arrestato dalle autorità sovietiche, svelando così la propria vena contestatoria. La successiva “Päikesevene”, agile e visionaria, poggia su una struttura più avanguardistica, fatta di loop e incastri, con richiami ai King Crimson e ai Mess. Chiude l’opera “Sfääride Võitlus” (la battaglia delle sfere) ancora dominata dalle tastiere che si sovrappongono a creare scenari onirici e dai riflessi elettronici in cui il flauto si immerge con leggiadria. Questo brano, di notevole scrittura, con riferimenti agli EL&P, fatto di echi e molteplici sfumature, evolve verso un finale in crescendo dai toni epici lasciando all’ascoltatore sensazioni persistenti e piacevoli.
Questo vinile ha ricevuto la sua prima ristampa in CD soltanto nel 1999 per la Eesti Raadio. In questa nuova ristampa è stato aggiunto un secondo dischetto con altri 7 brani registrati fra il 1979 ed il 1983, alcuni dei quali inediti. Fra questi mi piace ricordare in particolare “Loomine” (Creazione), brano orchestrale e dal taglio sinfonico che gli In Spe presentarono proprio in occasione del loro concerto di esordio. Si tratta dell’unico strumentale fra le tracce bonus e del brano di miglior livello qualitativo in questo lotto comunque interessante.
Dopo l’esperienza con gli In Spe Erkki-Sven Tüür intraprese la carriera di compositore professionista ottenendo prestigiosi collaborazioni come quelle per l'orchestra filarmonica di Helsinki, per il quartetto Hilliard Ensemble, quartetto vocale britannico specializzato nell'esecuzione di musca antica, e per la orchestra sinfonica della città di Birmingham. Gli In Spe passarono sotto la guida di Alo Mattiisen, celebre per aver guidato con le sue canzoni la Singing Revolution che ha accompagnato l'Estonia verso l'indipendenza dall'Unione Sovietica. Il gruppo intraprese una direzione musicale diversa, testimoniata dallo splendido album “Typewriter Concerto In D Major” portato alla ribalta dalla ristampa su CD curata da Musea nel 1999, purtroppo di qualità non eccellente e costellata di piccoli errori di spelling e di masterizzazione. Questa bella ristampa ci restituisce l’immagine di un gruppo maturo con una propria poetica ben definita e con un approccio personale che solo i grandi possono vantare ed è un’occasione imperdibile per conoscere un gruppo fondamentale per una scena musicale ricca e colta come quella del progressive rock estone.



Bookmark and Share

 

Jessica Attene

Collegamenti ad altre recensioni

IN SPE Typewriter concert in D 1984 (Musea 1995) 

Italian
English