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J.E.T. Fede Speranza Carità Durium 1972 (Vinyl Magic 1995) ITA

Le interviste rilasciate dal gruppo negli anni 70 riferiscono di un disco inciso in soli 6 giorni con un registratore a 4 piste. Non ritengo questo possa corrispondere a verità in quanto il lavoro evidenzia un livello di elaborazione non possibile da raggiungere in tali condizioni (data anche la giovanissima età dei componenti e l'inesperienza che ne consegue). Ammesso e non concesso che siano stati così scaltri in fase di registrazione, i 4 genovesi hanno sicuramente dedicato molto più tempo alla composizione di "Fede Speranza Carità"; ne sono prova le doti di assoluto rilievo che evidenzia, frutto di una profonda elaborazione di certi modelli inglesi... riconoscibili ma non palesemente ostentati. Nell'unico LP dai J.E.T. prodotto si trova una vena vigorosa ed aggressiva, a tratti addirittura hard, e bene evidente emerge l'impronta classicheggiante... o sarebbe forse meglio dire l'impostazione solenne, che perfettamente si sposa con i temi religiosi trattati nei testi. Questi sono sorretti ed enfatizzati dall'uso di un organo capace di inserimenti gagliardi così come di animare lo sfondo su cui agiscono voce ed una vigorosa chitarra elettrica che non disdegna l'uso di distorsori; la sezione ritmica è impostata a supporto melodico e contribuisce in maniera fondamentale alla compattezza del suono. Si incontrano anche, specie nel finale, suoni meno violenti, soluzioni più melodiche dalla struttura più semplice: momenti confezionati con strumenti acustici ma che non rappresentano certo il motivo d'interesse dell'album. Per concludere è forse il caso di segnalare che tre quarti dei J.E.T. formarono i Matia Bazar assieme ad Antonella Ruggero ed al batterista del Museo Rosenbach.

 

Luca Rodella

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