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JEREMY & PROGRESSOR The pearl of great price Mals 2005 UZB/USA

Premessa: il Jeremy del titolo è Jeremy Morris, artista Americano autore di numerosi album solisti, mentre Progressor è lo pseudonimo di Vitaly Menshikov, fac totum uzbeko e animatore dell'omonimo sito internet, oltre che membro degli X Religion. Il duo, affiancato da Brian Hirsch e Rob Wessel, dà vita a un album di musica elettronica melodica, interamente strumentale, in cui le atmosfere spaziali e l'effettistica giocano un ruolo molto importante. A giudicare dal curriculum dei due, sembrerebbe che lo stile musicale scelto sia quanto di più lontano uno si sarebbe potuto attendere da questa collaborazione: più orientato verso un pop raffinato il primo, maggiormente incline a sonorità più rock il secondo. Ecco che quindi questa sorta di space rock ci sorprende fin dalla prima delle 7 tracce presenti sul CD, ovvero i 10 minuti di "Desert winds", in cui le ambientazioni dilatate e quasi cosmiche cominciano a cullare le nostre orecchie, non con suoni di vera kosmische musik di stampo teutonico (anche se i Tangerine Dream a tratti non sono così lontani), piuttosto qualcosa che più da vicino ci ricorda Jean-Michel Jarre, sebbene l'uso dei sintetizzatori non preponderante. C'è addirittura un bell'uso del Mellotron, buone parti di chitarra e una ritmica sempre abbastanza sostenuta, che fa mantenere quest'album abbastanza lontano dalla pura new age. L'album è in sostanza abbastanza godibile, di ascolto non impegnativo, benché evidentemente indirizzato a un pubblico amante dell'elettronica e delle atmosfere plananti.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

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