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ANTANAS JASENKA Deus ex machina Electroshock Records 2002 LIT

Antanas Jasenka è un compositore lituano che opera nell'ambiente della musica d'avanguardia europea del nuovo millennio, aperta ad una serie di contaminazioni piuttosto ostiche ed allo stesso tempo assai affascinanti quando unite in un quadro compositivo compiuto e coerente... come accade in questo "Deus Ex Machina", prima opera pubblicata per l'etichetta russa Electroshock Records dopo una serie di composizioni realizzate principalmente con una strumentazione più tradizionale verso la prima metà degli anni novanta. "Deus Ex Machina" è un'opera complessa ed enigmatica che unisce il rigore compositivo della musica elettro-acustica alla noise più estrema, un insieme di suoni, campionamenti, rumorismo radicale ed ispirate quanto decadenti e romantiche aperture melodiche, il tutto costruito prevalentemente sulle tecniche del collage sonoro e nelle costruzioni-decostruzioni soniche tipiche dell'ambient noise contemporaneo (Merzbow, Coil ecc...). Al di là del fragoroso clangore noise post-industriale presente in diversi momenti del cd, qualcosa che sicuramente molti dei lettori di Arlequins potrebbero trovare insostenibile all'ascolto, l'impianto sonoro realizzato da Jasenka è altamente espressivo, cinematografico o quantomeno adatto ad una piece teatrale, a metà fra il thriller metafisico e la sci-fi d'autore... Certe orchestrazioni arrangiate su uno sfondo di suoni astratti al limite del drone elettronico oppure su un intreccio di misteriose voci campionate, talvolta anche piuttosto inquietanti, sono altamente suggestive e rigorose nella loro struttura... in questo sento mi sembra di percepire diverse similitudini con i lavori realizzati da Shinjuku Thief-Darrin Verhagen, specialmente nella capacità di sfruttare i momenti di silenzio e sospensione per poi alternarli con momenti di improvvisa violenza sonora o di misteriose e perturbanti aperture melodiche... "Deus Ex Machina" ovviamente è un disco che per le sue caratteristiche è meglio ascoltare con un buon paio di cuffie, giusto per apprezzare meglio le sue sfumature e i tanti dettagli sonori, possibilmente ad un volume sostenuto... Inoltre, mi sembra giusto ricordare come questo bel disco sia consigliato esclusivamente alle persone più orientate verso la musica sperimentale!


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Giovanni Carta

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