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KAYAK Merlin, bard of the unseen ProActs 2003 NL

Gli ormai resuscitati Kayak danno vita con questo nuovo (o quasi) album al progetto ad ora più ambizioso della loro carriera. La band, sotto la guida del duo storico composto da Ton Scherpenzeel (tastiere) e Pim Koopman (batteria), ha deciso di riprendere e rielaborare l'omonima suite che occupava il lato A dell'album "Merlin" (1981), ampliandola con ben 9 nuove composizioni e riarrangiando quanto già scritto in passato in chiave orchestrale. Il risultato è una sorta di concept album che suona come un vero e proprio musical o meglio come un'opera rock. Il concept è sviluppato in maniera unitaria, con una naturale consequenzialità delle varie scene rappresentate nella progressione dei pezzi. I personaggi in gioco sono solo 5 ed i ruoli sono divisi fra i componenti della band; così Bert Heerink, il singer titolare, interpreta sia Merlino che Lancillotto. Morgana e Ginevra sono invece impersonate dalla voce sanguigna di Cindy Oudshoorn, una sorta di novella Sister Mary (di "Operation: Mindcrime") per potenza vocale e carattere. Infine il personaggio di Mordred è incarnato da Rob Vunderink. Innanzitutto è interessante riscoprire i nuovi arrangiamenti scelti per rielaborare i pezzi del passato che, in chiave orchestrale, acquistano una nuova potenza e dimostrano di reggere dignitosamente la sfida del tempo. Qua e là viene incastonata qualche suggestione dal sapore vagamente medievaleggiante che aiuta sicuramente l'ascoltatore a calarsi nella vicenda. Gli arrangiamenti orchestrali sono sicuramente magniloquenti, ricchi di inventiva e realizzati con grande cura. Più sacrificato il ruolo della batteria che segue tempi abbastanza elementari (e questo è il neo più grande dell'intera opera) e risulta praticamente sommersa sotto tonnellate di note intrecciate da archi e tastiere. Altro elemento di pregio è rappresentato dalle parti vocali, molto fluide, belle nel songwriting ed interpretate con sentimento. Graziose in particolare le parti interpretate a due voci, come in "Friendship and Love". L'insieme sonoro è consono ai gusti dei Kayak: pomposo, maestoso, in qualche modo kitsch ma ricco altresì di melodie ariose e non troppo cariche. Il tutto potrà sembrare un po' demodé ma non dimentichiamo che le radici di questa opera affondano nei primi anni Ottanta ed il lavoro di ricucitura tra vecchio e nuovo è stato realizzato con maestria. Non è il capolavoro del nuovo millennio ma sicuramente dona nuova luce e dignità a questa reunion.

 

Jessica Attene

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