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KARDA ESTRA The age of science and enlightenment Cyclops 2006 UK

Karda Estra è un nome che ormai dovrebbe avere un posto di grande rilievo nel mondo del progressive. Non ci possono proprio più essere dubbi al riguardo, visto che “The age of science and enlightenment” conferma il trend positivo di questo progetto dietro cui si cela il musicista Richard Wileman, che continua a sfornare album all’insegna della grande qualità. Il nuovo cd mantiene intatta la proposta musicale molto affascinante che avevamo conosciuto con i precedenti lavori e che era culminata con lo splendido “Voivode Dracula”, probabilmente il migliore del lotto. Resta inalterato, quindi, quel mix di suoni che tra orchestrazioni sinfoniche, docili melodie, elegiache note di piano ed eterei vocalizzi femminili, rende oggigiorno la musica dei Karda Estra immediatamente riconoscibile. Al merito della personalità della musica, si affianca, come detto, una qualità che impressiona, sia per fantasia che per il “coinvolgimento”, visto che l’ascoltatore non può che lasciarsi catturare, abbandonato come in un sogno, in un romanticismo sottile, che immalinconisce, ma che pure, in qualche modo, rassicura. Ascoltate, ad esempio, la seconda traccia “Carmilla” (a quanto pare, anche la passione per la letteratura sui vampiri è una costante…): piano, oboe, l’incantevole “vocalese” di Ileesha Bailey, l’atmosfera onirica, sensuale e allo stesso tempo misteriosa, se non proprio sinistra, che si respira… Tutto lascia scaturire sensazioni particolari, dai contorni indefinibili, a volte contrastanti eppure così coesi. Sono evidenti, infatti, un’uniformità di fondo ed un sound molto pacato e delicato, dal quale traspare soprattutto una spinta verso una leggerezza sonora molto brillante. Queste peculiarità, unite a quell’alone oscuro che c’è alla base, esercitano un’attrazione irresistibile da cui non si può non rimanere sedotti. L’integrità artistica di Richard Wileman si mantiene inalterata e particolarmente forte e a questo punto si può dire che, non sbagliando più un colpo, va considerato tra le stelle del prog contemporaneo: si era mai sentita una fusione così perfetta di progressive sinfonico, musica classica e new-age? Io comincio a credere proprio di no!

 

Peppe di Spirito

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