Home
 
KHATSATURJAN Aramed forces of simantipak Musea 2006 FIN

"Aramed forces of simantipak" è in teoria il secondo album dei finlandesi Khatsaturjan, anche se il primo non è stato posto in commercio, a quanto pare. Il gruppo ha mutuato il proprio nome Khatsaturjan dall'omonimo compositore russo, cosa che già di per sé dovrebbe far intendere come questi quattro giovani musicisti abbiano tra le proprie principali influenze la musica classica. Questo ci viene confermato già da un parziale ascolto del CD, il quale si configura come una sorta di opera rock, un concept album lungo più di un'ora. Oltre alla musica classica, i nomi moderni che maggiormente vengono alla mente sono Queen e Gentle Giant. Purtroppo, a cotanta dimostrazione di forza musicale, non corrisponde un adeguata qualità vocale: i quattro finnici cantano tutti, nel corso dell'album, ma, ad essere sinceri, non ce n'è uno che si salvi, da questo punto di vista. A momenti il cantato si fa addirittura insopportabile, sia per le timbriche che per la pronuncia, ma anche per l'eccentricità mostrata negli arrangiamenti vocali, ed accogliamo con un senso di liberazione gli ampi tratti strumentali delle 11 tracce del CD. Anche dal punto di vista musicale non è che siano tutte rose e fiori, comunque: l'album è interessante e certamente il Prog colto che i nostri ci offrono ci dona momenti di ascolto piacevole ma è senz'altro vero che si cerca spesso di mettere troppa carne al fuoco, rischiando di unire nel calderone troppi ingredienti tutti assieme, causando un senso di pesantezza che ci prende inevitabilmente durante lo scorrere delle tracce. Anche a causa dello stress per la sopportazione del cantato, si fa un po' fatica ad arrivare al termine del CD, spiazzati e disorientati da cambiamenti repentini di climax, passaggi che paiono artificiosi e un senso generale della musica che stenta ad essere percepita dall'ascoltatore. Non si tratta ovviamente di un disastro: il gruppo è giovane e il suo entusiasmo e la sua voglia di strafare si percepisce anche troppo bene. Questo entusiasmo e la passione per la musica Progressiva riesce in parte a contagiarci, portandoci a non dare una bocciatura definitiva a quest'opera che, comunque, va presa con le molle per la sua pretenziosità, sicuramente rischiosa se espressa in maniera non ottimale; e purtroppo così accade.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

KHATSATURJAN Disconcerto grosso 2010 

Italian
English