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THE KNELLS The knells New Amsterdam Records 2013 USA

Il rintocco funebre della macabra campana di copertina disegnata da Shepard Fairey, illustre esponente della street-art, ci accompagna nello strano mondo multiforme dei The Knells, ambizioso ensemble rock-cameristico concepito dall’eccellente Andrew McKenna Lee, chitarrista e compositore neoclassico dell’area newyorkese, autore di un paio di lavori come “Gravity And Air” e “Solar/Electric” per l’ottima etichetta di jazz contemporaneo New Amsterdam, l’ultimo dei quali contenente una rilettura di “Electric Counterpoint” elogiata da Steve Reich in persona... “The Knells” è in effetti il primo tentativo di McKenna Lee di interagire in studio con una strumentazione più rock con lo scopo di far fluire in libertà le sue molteplici passioni musicali, tra i quali la musica rinascimentale polifonica, i lieder sinfonici ed il jazz in un’ottica di progressive rock cerebrale, un avant-rock sofisticato, concettualmente esoterico quanto affascinante e moderno nell’esecuzione. Peculiarità dei The Knells è il coinvolgimento di tre cantanti classiche, Nina Berman, Amanda Gregory e Katya Powder, rispettivamente soprano, mezzo soprano ed alto, chiamate ad interpretare con la loro voce cristallina intricate ed eteree melodie basate su testi concernenti il significato della vita, il ciclo dell’esistenza e dello scorrere del tempo... La formazione dei Knells include anche il prestigioso quartetto d’archi The Mivos Quartet, il quale conferisce alle composizioni la poesia della musica da camera ed il dinamismo drammatico della musica sinfonica... Andrew McKenna Lee rimane comunque il personaggio chiave di quest’opera: il suo stile eclettico e camaleontico si evidenzia tra inquiete distorsioni elettriche, fraseggi elettro-acustici liquidi e psichedelici dalle suggestioni neofolk ed eccellenti quanto tesissimi passaggi blues dalle tinte noir: McKenna Lee lavora soprattutto di ricamo e riesce a conferire alle composizioni una compattezza ed un equilibrio sonoro encomiabile. Forse alla lunga, unico vero appunto critico di questo disco, inevitabilmente, la fruizione di “The Knells” potrebbe risultare leggermente pesante, specialmente per gli impegnativi e rigorosi vocalizzi in continua mutazione e costantemente sul filo della dissonanza... In effetti la musica dei The Knells sembra procedere consapevolmente a strappi, data la natura sperimentale dei brani è richiesta un’attenzione particolare per apprezzare nel dettaglio le tante sfaccettature e le progressioni degli arrangiamenti; non si fa comunque fatica ad apprezzare il meraviglioso senso di avventura ed esplorazione musicale (direi anche spirituale) di cui sono pervasi i brani di “The Knells”... Avant-prog o progressive post rock, chamber rock, decidente voi come definirlo, “The knells” è comunque una delle uscite più intriganti del 2013!


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Giovanni Carta

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