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LEVIATHAN Volume Mellow 1998 ITA

Dopo 8 anni di buio torna a vedere la luce la band romana, conservando solo due (tastiere e batteria) degli effettivi a ruolo su "Bee yourself". I cambiamenti nello stile musicale comunque non sono stati così rivoluzionati dal passare del tempo e degli eventi, conservando alcune caratteristiche peculiari che può far riconoscere i Leviathan a coloro che credevano di averli persi per strada. Questi riguardano principalmente la lingua d'espressione, adesso è l'italiano, e la suddivisone delle fatiche compositive, ora suddivise tra tutti i membri della band. Per ciò che riguarda il disco in sé... beh... sembra una banalità, ma va ascoltato bene, dato che di primo acchito può apparire anche come una scialba immagine riflessa delle vecchie produzioni. Dando una chance a "Volume" ci si accorge però che, ad esempio, il cantato, che al primo ascolto pare addirittura irritare per il suo tono quasi cantautoriale, è invece efficace e godibile, sempre che, appunto, si riesca a entrare appieno nella filosofia di questo disco. Il Progressive dei nuovi Leviathan non è forzato e non tenta di irretire l'orecchio dell'ascoltatore con scontati abboccamenti sinfonici: il sinfonismo è ben presente, ma in questo caso si tratta solo del background su cui si muove tutto l'intreccio sonoro e, soprattutto, evocativo di questa ritrovata formazione nostrana.

 

Alberto Nucci

Collegamenti ad altre recensioni

LEVIATHAN Heartquake 1988 (Musea 1994) 

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