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LAGARTIJA Particelle Lizard Records 2011 ITA

Vado subito al sodo: “Particelle” per me è stato una piacevole sorpresa, soprattutto perché rappresenta il valido parto di un gruppo italiano che non si adegua al consueto stile sinfonico ma cerca di seguire una propria strada originale, anche se in effetti quello che cambia rispetto al solito sono principalmente i modelli ispiratori. Volendo inquadrare il genere battuto dai Lagartija, siamo dalle parti di un omogeneo miscuglio di progressive, post-rock e ambient, ben amalgamato e senza indecisioni. Lo stile personale è dato anche dalla scelta dei suoni, apparentemente semplici e scarni ma in realtà studiati per caratterizzare a fondo un sound che oscilla tra l’arroventato ed il gelido. Emanano calore brani come “Idiosincrasia”, una cavalcata nel deserto tra folate di vento carico di sabbia e cespugli rotolanti, e “Myths”, con la sua bruciante linea melodica scavata dal sassofono sopra un tappeto di chitarre in overdrive. Oscillano in un limbo stagionale sospeso tra autunno e inverno la maggior parte degli altri brani, costruiti su melodie malinconiche e trasognate, ritmi lenti ma suonati spesso con frenesia, linee vocali eteree ed ipnotiche. Il sound dei Lagartija è costruito tra gli intrecci delle due chitarre, cariche di echi, riverberi e tremolii, con gli arpeggi che sembrano dilatarsi indefinitamente lungo tutto il disco ed il sassofono che svolge in maniera suadente il suo ruolo di strumento solista. I tredici minuti di “Particelle” condensano la proposta musicale del gruppo, rappresentando un’idea di progressive rock che sembra evitare i clichè del genere per proporre ingredienti di base diversi, con l’inizio lento e meditato che si apre in una sezione appesa al filo sonoro tessuto dal basso e poi in una lunga pista di decollo per gli assoli che si trascinano in crescendo verso la fine.
L’immagine di una lucertola (Lagartija, ma anche Lizard) distesa su una pietra in un prato assolato è azzeccata per descrivere, almeno in parte, la musica di questi ragazzi di Piacenza. Può sembrare sonnolenta e oziosa ed è capace di scaldare sia i muscoli che il cuore, ma è anche pronta a scatti nervosi e a catapultare chi la ascolta in un turbinio di sensazioni malinconiche.
Insomma, io vado a riascoltarmi il disco, nel frattempo ve lo consiglio caldamente.


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Nicola Sulas

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