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THE LIVING The jungle is dark but full of diamonds autoprod. 2012 CAN

Dopo due EP usciti nel 2007 e nel 2009, giungono al primo album i canadesi The Living con questo “The jungle is dark but full of diamonds”. Assestatisi con una formazione di sei elementi, alle prese sia con la classica strumentazione rock, sia con archi, ci propongono un sound abbastanza altisonante, che spazia un po’ dal prog sinfonico più classico a momenti decisamente più vigorosi. Come spesso capita con i gruppi di estrazione francofona si denota una forte componente teatrale. I testi sono però in inglese, quindi non dovete pensare a somiglianze con Ange e discepoli; qui siamo di fronte ad un’enfasi di fondo sempre costante, a ritmi che in più occasioni si fanno marziali, all’ampio utilizzo di violino, viola e violoncello che spingono su rigorosi territori classicheggianti. L’album supera di poco i cinquanta minuti, suddivisi in undici tracce di durata contenuta, ma sempre strutturati in maniera ricercata. Già gli impasti elettroacustici tra i numerosi strumenti utilizzati danno una certa impronta, aggiungiamoci che all’interno dei vari brani ci sono stravolgimenti continui, in modo tale che si passa continuamente da spunti sinfonici e barocchi a sonorità ben più robuste con chitarra elettrica che ruggisce e ritmi spediti. Come se non bastasse capita anche di avvertire divagazioni jazzistiche e contaminazioni vicine alla world music. A tratti forse si esagera con questo mix di stili differenti, eppure, nonostante influenze che possono spaziare, anche nel giro di pochi minuti, da Zappa ai Dream Theater, dagli Apocalyptica ai Mars Volta, dai Marillion a Bach, i The Living riescono a mostrare una discreta personalità. La loro musica non è certo il massimo della complessità, ma nemmeno si può seguire distrattamente e con ogni probabilità chi è abituato alle “sicurezze” del più classico rock sinfonico in non pochi passaggi dell’album potrebbe non sentirsi a suo agio. Possiamo perciò parlare di un buon lavoro, che evidenzia sicuramente belle idee ed ottime capacità compositive ed esecutive, ma le sue note che troppo spesso viaggiano ad alta velocità come impazzite, sembrano più che altro un presuntuoso elogio alla forma con molto fumo e arrosto non abbondante. Proposta quindi apprezzabile, ma questi canadesi devono lavorare sodo per migliorarla e sfruttare al massimo quelle potenzialità enormi che in “The jungle is dark but full of diamonds” si intravedono soltanto.


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Peppe Di Spirito

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THE LIVING Bedd tracks 2009 

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