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THE LOVING TONGUE Distant dreams Big Tom's 2003 AUS

Terzo album in studio, doppio per giunta, per questo trio australiano dal cuore di metallo, amante di tematiche epico cavalleresche. Lo stile musicale non si discosta molto da quello dei primi Queensr˙che, anche per quanto riguarda la performance vocale di Honey Boy Jim (il nome è tutto un programma) dotato però di un'estensione vocale più modesta rispetto a quella di Geoff Tate prima maniera. Nella quasi totalità dell'album vengono affrontate tematiche power/epic metal (non si può parlare sicuramente di metal prog) a metà tra i Blind Guardian ed i Black Sabbath (in qualche occasione viene persino perseguito uno stile canoro simil Osbourniano). Non mancano sentimenti di apertura etnica, come in "Indian Chief" con i suoi cori ispirati agli indiani d'America, o "Soft lonely love" con lyrics in bulgaro. In alcune occasioni vi sono dei viraggi di stile, come nella ridondante ed interminabile (anche se in realtà dura solo 13 minuti!) suite "Lady of the Sea", dedicata allo spirito di Hendrix. Di sicuro non si tratta di nulla di particolarmente originale (e questo magari è voluto) né di tecnicamente eccelso: non vi sono grossi assoli né complessi cambi di tempo. I riff sono alquanto schematici ed elementari con scarso spazio per elementi sinfonici. Non è cibo per progsters... Buttatevici solo se siete in astinenza da metal classico... Ma deve essere proprio una fame nera!

 

Jessica Attene

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