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MINDFLOWERS Nuances Periferic Records 2005 UNG

Il secondo album dei Mindflowers si presenta sulla stessa falsariga del primo, offrendo all'ascoltatore 11 brani strumentali di fusion sinfonica che renderanno senz'altro felici i fans di band quali Return To Forever o Brand X o, per rimanere sulle band contemporanee, gli Spaced Out (e mi si perdoni per il paragone). Il quartetto ungherese consta dell'ottimo apporto di Balazs Szendofi, bassista talentuoso che ci delizia, e talvolta addirittura stupisce, col suo set strumentale che impreziosisce e contraddistingue in modo deciso la musica del gruppo, ottimamente supportato dai suoi compagni d'avventura (ridottisi ad una classica formazione a quattro, rispetto alla maggior ricchezza strumentale dell'album d'esordio che includeva anche violino e percussioni etniche, ma obiettivamente non se ne sente la mancanza), i quali non mancano certo di ritagliarsi ognuno il proprio spazio e i propri momenti di gloria. Il risultato è quello comunque di un album sì frastagliato e mai uguale a se stesso, ma anche compatto e frutto di una convinzione di idee e di mezzi tecnici che riesce a trasmettersi in maniera efficace all'ascoltatore. Sempre a proposito di Balazs, è da notare come la sua strumentazione (basso 7 corde e una 12 corde Grand Tapboard) venga accreditata, come realizzazione tecnica, al padre dello stesso: il prodotto di ciò è qui a portata dei nostri orecchi e non possiamo che applaudire, specie nella breve "Sordino", brano di meno di 3 minuti per solo basso. Le ritmiche si alternano e di solito ad un pezzo dalle tonalità aggressive segue uno dai connotati più rilassanti, anche se è difficile che un brano termini allo stesso modo in cui è iniziato. Forse non sarà il brano migliore del lotto (o forse sì… difficile fare graduatorie) ma una notazione va d'obbligo, se non altro per il titolo, ai 9 minuti e passa di "Britney's Pears"…!
La musica offerta dai Mindflowers insomma è variopinta e godibile, complessa ma fruibile al tempo stesso, apprezzabile nelle sue varie sfaccettature e mai stancante, a differenza di molte produzioni di questo genere. Si tratta di un album che mi sento di consigliare anche a chi spesso è refrattario a questo tipo di produzioni.

 

Alberto Nucci

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